Come sopravvivere al Natale… Consultate il medico per tenere sotto controllo le condizioni fisiche durante la dieta che avete preso in questo sito!
…almeno nutrizionalmente parlando. Resistere alle abbuffate è quasi impossibile, ma si può provare a limitare il danno. Prima di salire sulla bilancia, ecco cosa fare.
Nei giorni a cavallo del Natale, le case degli italiani sono un tripudio di tavole imbandite, vini e squisitezze di ogni tipo.
Senza nulla togliere alla tradizione e al piacere di festeggiare con chi si ama, per la linea non è proprio un toccasana.
Qual è allora l’atteggiamento alimentare migliore da tenere nei giorni di festa?
Lo abbiamo chiesto a un dietologo, il dottor Antonio Lice.
«Sull’argomento circolano molti pessimi consigli», ci dice. «Uno su tutti quello di assaggiare i cibi e poi sputarli senza inghiottirli. Niente di più sbagliato, naturalmente. Il Natale è un giorno di festa ed è giusto onorare la tradizione con un lauto pasto, senza rinunciare a nulla. Tanto più che trattenersi in un'occasione simile sarebbe controproducente a livello psicologico. Però ricordiamoci che Natale è il 25 dicembre, e non anche il 26 o il 27. Insomma, un giorno di sregolatezza va bene, ma non di più.»
E il giorno dopo?
«Il giorno successivo sarebbe bene ridurre al minimo le calorie, e pensare a depurarsi con molta acqua e liquidi caldi, dal brodo al tè, anche per non sovraccaricare di lavoro lo stomaco».
Il messaggio sembra rincuorante, ma bisogna approfondire. Quali sono i pericoli maggiori nascosti sulla tavola di Natale?
«Più che i primi e i secondi della tradizione, a dare una botta calorica eccessiva sono gli extra, i classici cibi che si sgranocchiano tra una portata e l’altra. Gli stuzzichini a base di salse e insaccati, ad esempio. Oppure le semplici olive, che nascondono ben 236 calorie all’etto, o la frutta secca, che supera le 500. Ma la lista degli insospettabili comprende anche uvetta, datteri, fichi secchi e mandarini. Tutte calorie facilmente evitabili, anche considerando che mangiandole sovrappensiero se ne trae poca soddisfazione».
E l’eterna diatriba tra pandoro e panettone?
«Il pandoro, privo di uvette e canditi, è sicuramente più leggero, ma proprio per questo spesso si tende a mangiarne di più. Se ci si concede solo una fetta, meglio seguire solo il proprio gusto personale».
Già, e dopo il panettone arriva puntuale un fastidioso senso di pienezza. Come si elimina?
«Rimedi istantanei non ce ne sono, anzi magnesia e digestivi peggiorano solo la situazione. Meglio evitare di irritare ulteriormente lo stomaco. Piuttosto consiglio di sfruttare l’occasione festosa per fare una lunga passeggiata tra le vie addobbate dei centri storici, magari fermandosi in un bar per un tè caldo e poco calorico».
Poi, finita la festa, si torna alla normalità. Ma dopo una simile abbuffata non è più difficile riabituarsi?
«L'idea che mangiando di più si apra lo stomaco non ha fondamento: è tutta una questione psicologica, superabile con un po' di buona volontà». |