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ALIMENTAZIONE VITAMINA
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Allergie alimentari
Problematiche attuali
Prodotti transgenici e biotecnologici
Le biotecnologie possono essere utilizzate per incrementare la produzione agricola, creando
alimenti più abbondanti, più nutrienti e meno costosi.
Nonostante tali promesse vi sono preoccupazioni da parte del pubblico per quanto riguarda
sicurezza e utilità di tali alimenti che hanno condotto a una forma di fobia con boicottaggio e
richiesta di ferree regolamentazioni legislative. La questione della sicurezza é quella
maggiormente dibattuta da pubblico, legislatori e produttori.
Il trasferimento di geni da microorganismi, piante o animali ad altre piante e animali poi utilizzati
per l'alimentazione umana fa nascere rischi di conseguenze non desiderate di tali manipolazioni
genetiche. L'allergenicità può essere una di tali conseguenze: i geni codificano per proteine che
possono rivelarsi allergeniche per i consumatori.
In un recente articolo apparso sul N Engl J Med (1966; 334: 688-92) Nordlee JA et al confermano
che allergeni alimentari possono essere trasferiti tramite manipolazione genetica da un vegetale ad
un altro; in questo caso dalla noce Brasiliana alla soia.
La Pioneer Hi-Bred International ha sviluppato questo tipo di soia transgenica nel tentativo di
aumentare il contenuto in metionina e cisteina, di cui la soia é particolarmente povera, inserendo
un gene derivante dalla noce Brasiliana che é particolarmente ricca di tali aminoacidi.
L'ingegnerizzazione ha però condotto al trasferimento anche dei geni codificanti per l'albumina 2S,
il principale allergene della noce Brasiliana. Questa induce reattività allergica in soggetti che
analogamente reagiscono agli estratti della soia ingegnerizzata che contiene albumina 2S.
I risultati di questo studio hanno importanti implicazioni legislative. La FDA nel 1992 ha emanato
una legislazione sulle piante trasgeniche per uso alimentare che ha come premessa che tali
prodotti non devono causare nuove problematiche per la tutela della salute del consumatore. Se i
prodotti transgenici contengono geni trasferiti da donatori considerati allergenici, la FDA considera
questi nuovi prodotti sotto le regolamentazioni per gli additivi alimentari e richiede notificazione
pre-marketing, adeguati test e segnalazione del fatto sulle etichette dei prodotti.
Secondo questa legislazione, la Pioneer Hi-Bred International avrebbe dovuto inserire etichette di
avvertimento sui prodotti a base di tale soia transgenica. La Compagnia ha invece deciso di
abbandonare i piani per la commercializzazione di questo prodotto.
La FDA regolamenta però solo i prodotti che nascono per il trasferimento di geni da vegetali
considerati allergenici e non invece da vegetali non considerati tali o a potenziale allergenico
sconosciuto.
Per tentare di ovviare a tale limitazione, la FDA ha recentemente emanato una regola di
notificazione pre-marketing che impone a tutte le Compagnie di informare la FDA di tutte le
manipolazioni genetiche con risvolti alimentari in via di sviluppo, per cercare di regolamentare
l'intero problema della sicurezza della salute del consumatore in relazione alla potenziale
allergenicità dei nuovi prodotti transgenici.
In Austria sono state depositate due richieste di autorizzazione per la sperimentazione "in campo"
di due tipi di patata geneticamente modificata per aumentare la resistenza ai batteri. Le due
richieste, che si suppone vengano autorizzate hanno scatenato una feroce opposizione da parte di
rappresentanze politiche, di agricoltori e di associazioni di consumatori. Uno dei problemi
maggiormente dibattuti riguarda la possibile introduzione nel nuovo tipo di patata di nuovi allergeni.
Ad esempio, la cecoprina, il fattore battericida che sarà inserito in uno di questi due tipi di patata
induce preoccupazione per il suo potenziale allergizzante.
L'attacco é stato talmente violento da convincere la Agrartechnik a ritirare una successiva richiesta
per la sperimentazione di un tipo di mais ingegnerizzato per aumentare la resistenza agli erbicidi
(World Food Chem News, May 15 1966).
Le tecniche biotecnologiche possono però venire impiegate anche per diminuire il potenziale
allergico di alcuni alimenti. Uno dei primi esempi é di una Compagnia Giapponese che ha prodotto
un tipo di riso con un potenziale allergenico ridotto dell'80% (Food Chem News, Feb 19, 1996).
La prevenzione
European food intolerance databanks projects (EFID)
Ai soggetti con sensibilità nota ad alimenti o additivi alimentari é utile fornire informazioni circa i
prodotti alimentari che possono consumare, senza peraltro costringerli a una maniacale lettura
delle etichette di ciascun prodotto per la ricerca degli ingredienti che poterebbero causare loro dei
problemi. Vi sono inoltre casi in cui le informazioni riportate sulle etichette dei prodotti alimentari,
pur corrette, non sono sufficienti ad identificare tutti i potenziali allergeni e casi invece di riporto
incompleto o scorretto.
Per rispondere alle esigenze dei consumatori con allergie alimentari, ossia per fornire liste di
prodotti di marca esenti da ingredienti o additivi che causano allergia o intolleranza in una porzione
clinicamente significativa della popolazione, é sorta nel 1987 in Inghilterra la UK Food Intolerance
Databank. La banca dati raccoglie informazioni da industrie alimentari e da dettaglianti e compila
liste di prodotti alimentari esenti da particolari ingredienti (ad esempio, liste di cibi "esenti da farina
di frumento o granoturco", oppure "esenti da latte e derivati del latte", ecc.).
Tali liste sono poi messe a disposizione di medici, dietisti e pazienti per la diagnosi e il trattamento
delle allergie alimentari. La UK Databank é attualmente focalizzata sui seguenti ingredienti e
additivi
latte e derivati
uova e derivati
grano e derivati
soia e derivati
BHA e BHT
anidride solforosa
benzoati (additivi a base di)
glutammati
coloranti (azocomposti)
Nel prossimo futuro i glutammati saranno tolti mentre verrà introdotta una nuova categoria per
arachidi, olio di arachidi, noci e derivati. La banca dati raccoglie ad oggi una lista di circa 500.000
prodotti alimentari che non contengono specifici ingredienti o additivi.
Databank ALBA
Una analoga iniziativa é stata realizzata in Olanda (databank ALBA). Seguendo una proposta della
Commissione delle Comunità Europee, nel 1993 é iniziato un progetto per la realizzazione di un
network di banche dati a livello Europeo. Scopo centrale del progetto é quello di stabilire banche
dati Nazionali in ciascun paese Europeo, nella lingua nazionale.
Le banche dati raccoglieranno per ciascun paese liste di prodotti alimentari esenti da specifici
ingredienti, con particolare attenzione ai prodotti alimentari di maggior consumo e alle allergie
alimentari più frequenti in ciascuna realtà nazionale.
I primi risultati di questo lavoro sono attesi per la fine del 1996.
Etichette: considerazioni sul Codex Alimentarius
Le etichette dei prodotti alimentari forniscono ai consumatori informazioni nutrizionali di interesse
generale e informazioni circa componenti minori o additivi che possono interessare invece quella
ristretta cerchia di soggetti con specifiche allergie o intolleranze alimentari.
Sembra possibile che in futuro produttori e commercianti saranno obbligati a segnalare in etichetta
la presenza di ogni potenziale allergene contenuto nei loro prodotti. L'idea di incrementare le
informazioni sulle etichette dei prodotti alimentari ha origine dal documento del Codex Alimentarius
ALINORM 93/22 "considerazioni sui potenziali allergeni negli alimenti". Questo documento
analizza in dettaglio la cosiddetta regola del 25% per la dichiarazione degli ingredienti componenti:
"quando un composto per cui é stato stabilito un nome nel codice standard o nella legislazione
nazionale costituisce meno del 25% del prodotto alimentare, gli ingredienti di quel composto, ad
eccezione degli additivi, possono non essere dichiarati".
Il documento ritiene inoltre insufficiente anche la regolamentazione esistente per gli additivi,
particolarmente i solfiti, in grado di indurre ipersensibilità al di sotto dei livelli prescritti per svolgere
"funzione tecnologica" ai quali é resa obbligatoria la loro dichiarazione.
Viene proposta l'abrogazione della regola del 25%, oppure, come compromesso, il suo
abbassamento al 5%. Il documento propone inoltre una lista di ingredienti che, per la potenziale
allergenicità, dovrebbero sempre venir dichiarati, indipendentemente dalle quantità contenute:
orzo, avena, frumento, segale, triticale e loro prodotti (inclusi glutine e amidi)
crostacei, molluschi
uova
pesce
legumi, piselli, arachidi, soia
latte e derivati
solfiti (oltre10 mg/kg)
noci, semi di papavero, sesamo.
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