Proverbio
definizione
Proverbio Sentenza breve di uso comune, che esprime idee e credenze comunemente accettate. Per la maggior parte, i proverbi affondano le loro radici nel folclore e sono stati conservati dalla tradizione orale. Un esempio di questa saggezza popolare è "Chi dorme non piglia pesci". Spesso le stesse credenze comunemente accettate si ritrovano in proverbi di lingue e culture diverse. La Bibbia ha fornito un gran numero di proverbi, ad esempio "Occhio per occhio, dente per dente", che ha un equivalente africano in "Una pelle di capra compera una pelle di capra; una zucca, una zucca". Il proverbio "Un passero in mano ne vale due nella siepe", che proviene dal latino medievale, conta numerose varianti in italiano ("Meglio un uovo oggi che una gallina domani"), spagnolo, portoghese, rumeno, tedesco e islandese.
I proverbi hanno talvolta origini letterarie, come l'adattamento in senso cristiano della frase di Esopo "Aiutati che il ciel ti aiuta" o il detto, tratto dalla Divina Commedia di Dante Alighieri, "Cosa fatta capo ha". Altri possono aver preso spunto dalla vita quotidiana, come "Prima o poi tutto viene a taglio, anche le unghie per pelare l'aglio", o far riferimento a superstizioni, come "Di venere e di marte non si sposa e non si parte", o alle condizioni del tempo, come "Rosso di sera bel tempo si spera". Altri proverbi sono nati da abitudini cadute in disuso, come nell'espressione "Essere al verde", sorta dall'uso di sospendere le aste quando la candela sul tavolo del banditore si riduceva all'estremità dipinta di verde.
Particolare fortuna ebbe nel Rinascimento la raccolta di proverbi classici (Adagi) compilata da Erasmo da Rotterdam. In Italia, l'interesse per la cultura popolare e il mondo dei proverbi fu promosso nell'Ottocento da Niccolò Tommaseo e Giuseppe Giusti.
MADRE
Chi ha la mamma non pianga.
Quando la madre piange, le lacrime son sincere.
Pensa a tua madre: è la miglior distrazione contro i cattivi pensieri.
Chi non crede alla madre, crederà alla matrigna.
Vede più una buona madre con un occhio, che il padre con dieci.
Chi è buona madre, è anche buona moglie.
Madre vuol dir martire.
La madre misera fa la figlia valente.
Mamma, mamma, chi l'ha la chiama, e chi non l'ha la brama.
Chi fa più di mamma, certo m'inganna.
L'esempio del padre il figlio piglia, e simile alla madre è anche la figlia.
Sempre, sempre, mamma mia, ricca o povera che sia.
La madre pietosa,- fa la figlia tignosa.
La buona madre non dice: "volete?", ma dà.
La pianta che fa molti frutti, non li matura tutti.
Dove sono i pulcini, è l'occhio della chioccia.
Ognun dà pane, ma non come mamma.
Chi dice mamma, non s'inganna.
La mamma e non più.
In grembo alla madre diventano grandi i figlioli.
La vecchia madre in casa è una siepe intorno ad essa.
Quando la madre non è in casa, la figlia si affaccia alla finestra.
Se la madre non è casta, non lo saranno le figliole.
Qual la madre, tal la figlia.
Della madre il cammin, segue la figlia.
Quando un fanciullo è ammalato, la miglior medicina è la mano della madre.
Tre cose poco valgono: un mulino che non va, un forno che non scalda, e una madre che non sta in casa.
Aver cura dei putti, non è da tutti.
MAESTRO
Un maestro senza vita è una nuvola senza pioggia.
Nessun nasce maestro a questo mondo.
Il buon maestro fa buoni scolari.
E lodato quel maestro che fa egli stesso ciò che insegna agli altri.
Chi ad altri insegna, se stesso ammaestra.
Il maestro che mi educa bene, è il mio secondo padre.
L'opera loda il maestro.
Una scuola senza un buon maestro è come una casa senza tetto.
Insegnare è la più grande delle arti.
Chi insegna ai fanciulli, impara più di loro.
Chi bene insegna e mal prega, distrugge con una mano quel che ha edificato con l'altra.
I buoni maestri e i buoni governanti non si trovano a buon mercato.
I medici e gli insegnanti non si possono mai pagare abbastanza.
Chi vuol insegnare, trova per tutto una scuola.
Il maestro è come una cote, aguzza gli altri e consuma se stesso.
MAGGIO
Maggio asciutto, buono per tutto.
Di Maggio non dovrebbero orinare neppure i gatti.
Nel mese di Maggio è meglio che non piova mai.
Di Maggio nascono i ladri.
Maggio ventoso, anno bondanzioso.
Freddo di Maggio e caldo di Giugno, ce n'è per la casa e per il frate ed ognuno.
Maggio fresco e casa calda, la massaia sta lieta e balda.
Né di Maggio né di maggione, non ti levare il pelliccione.
Di Maggio va adagio, di Giugno allarga il pugno.
Se piove a santa Petronilla, pioverà per quaranta giorni.
Anche il Maggio più lungo, non entra in Giugno.
La febbre di Maggio dà salute per tutto l'anno.
Se Maggio è rugginoso, l'uomo è uggioso.
Maggio non ha paraggio.
Maggio asciutto, gran per tutto.
MAGGIORANZA
Il mondo crede che i più abbiano sempre ragione.
Il numero delle pecore non fa paura al lupo.
I più, tirano i meno.
Molte formiche divorano un leone.
Dove son molti, ci son degli stolti.
Dove i giudizi si contano e non si pesano, raramente sono buoni.
MAGNANIMITA'
Il cuor magnanimo si piglia con poco amore, e il cuore dello stolto con poca adulazione.
Ha un coraggio da leone, quello che non fa violenza ai deboli.
Il magnanimo è superiore all'ingiuria, all'ingiustizia, al dolore.
Un'anima magnanima consulta le altre; un'anima volgare disprezza i consigli.
Un cuor magnanimo vuol sempre il bene, anche se il premio mai non ottiene.
Il magnanimo non ricorre all'astuzia.
MAIALE
Vive il maiale e muor nella sporcizia, ma nelle mense nostre è gran delizia.
Caviam dal porco, ch'è sì lordo e brutto, buon salame, buon lardo e buon prosciutto.
Il maiale grufola all'innanzi e il gallo razzola all'indietro.
Se il maiale volasse non ci sarebbe uccel che lo passasse.
Il maiale sogna ghiande.
Scrofa magra, ghianda s'insogna.
Primo maiale, ultimo cane.
Maiale pulito non fu mai grasso.
Maiale di un mese, oca di tre, mangiar da re.
MALATTIA
La malattia che dura, viene a noia alle mura.
Meglio essere ammalato di corpo che di anima.
L'ammalato disubbidiente fa il medico crudele.
Malattia lunga, morte sicura.
Povero quell'uomo di trent'anni che non guarisce i suoi malanni.
E più facile prevenire una malattia che guarirla.
Quando s'alza il sole, la malattia decresce.
Quando il grasso diminuisce, il magro perisce.
Malattie estreme, estremi rimedi.
Guai all'ammalato che si crede sano.
Chi sta accanto al letto, teme più dell'ammalato che vi sta sopra.
La donna di parto ha la fossa aperta per quaranta giorni.
La gente malata è stizzosa.
All'ammalato manca una sola cosa, al sano molte.
Tre cose fanno l'uomo ammalato: amore, vino e bagno.
Non v'è ammalato che non speri di guarire.
Quel che piace all'ammalato, è per lui medicina.
I malati non mangiano nulla, ma mangiano tutto.
Ecco il rimedio per l'ipocondria: mangiare e bere in buona compagnia.
Le malattie ci dicono quel che siamo.
L'infermo per guarire promette assai.
L'ammalato per guarir tutto promette, ma torna a fare a modo suo fuori dal letto.
Assai migliora chi non peggiora.
Quando la creatura indenta, la morte la tenta.
La camera dell'ammalato è una cappella di devozione.
Chi vuol saldare piaga, non la maneggi.
La ricaduta è peggio della caduta.
La borsa dell'ammalato prolunga la sua cura.
Quando la malattia entra nella regione cardiaca, la medicina non giova più.
Guarì natura un debole ammalato, un forte l'hanno i medici ammazzato.
Ogni legno ha il suo tarlo, ogni uom che nasce incomincia a morir fin dalle fasce.
E vecchio un giovane che abbia infermo il petto, un vecchio ben robusto è un giovinetto.
MALE MAGGIORE
Chi fugge il lupo, inciampa nell'orso.
Per fuggire il fumo, non si deve saltar nel fuoco.
Molti fuggono da una disgrazia, e s'incappano in due.
Chi ha paura del legno, sarà colpito dal ferro.
Chi non vuol dar la pecora, perde la vacca.
A chi è caduto nel fuoco, non gli dà più noia il fumo.
Molti sfuggono ad una piccola pioggia, e incappano poi in una grande.
Chi si ripara sotto la frasca, ha quella che piove, e quella che casca.
MALE MINORE
E meglio essere mal vestito che nudo.
Meglio qualcosa di crudo che nulla di cotto.
Meglio smarrire la strada, che cader nella fossa.
E meglio perdere un dito, che la mano.
Meglio piccolo insulto che grave danno.
Meglio una cattiva ora che un cattivo giorno.
Meglio tardi che mai.
E meglio perder la camicia che la pelle.
E meglio dar la lana che la pecora.
E meglio perdere la sella che il cavallo.
E meglio essere senza cucchiaio che senza zuppa.
E meglio star sotto la pioggia, che sotto la grondaia.
E meglio cadere dalla finestra che dal tetto.
Se hai perso l'anello, bada che hai sempre le dita.
Meglio poco che nulla.
Meglio così che peggio.
E meglio piegare che rompere.
E meglio rompersi una gamba che il collo.
Col poco si vive e col niente si muore.
Meglio un osso che niente carne.
Meglio cascar dall'uscio, che dalla finestra.
E meglio piede bagnato che testa rotta.
E meglio un moccolo, che andare a letto al buio.
E meglio perder l'ancora che la nave.
Meglio guercio che cieco.
Ognuno ha il suo affanno.
MALE e PEGGIO
Non far male a chi ti può far peggio.
Quando il male preme, ci spaventa il peggio.
Non va mai tanto male che non possa andar peggio.
Bisogna lasciare il male nel suo nido, quando ne può nascere uno peggiore.
MALE IMMAGINARIO
Non tutti sono ammalati quelli che sono in letto.
Non bisogna fare il diavolo più nero di quello che è.
Il vero infermo è quello che non vuol esser guarito.
Non bisogna fasciarsi il capo prima di romperselo.
Non tutti sono infelici come credono.
Non tutti sono infermi quelli che gridano ahi! Non è povero, se non chi si crede tale.
Per ogni civetta che si sente cantare sul tetto, non bisogna metter lutto.
Il male peggiore dei mali è il timore.
Male ignoto si teme doppiamente.
Chi alza il piede per ogni paglia, si può rompere facilmente una gamba.
MALI
A male piccolo fascia grande.
Male alla pelle, salute alle budelle.
A male mortale, né medico, né medicina vale.
Cattivo segno quando non si sente il male.
Il male viene a carrate e va via a once.
Ogni male fresco si sana presto.
Non è male vero se non va via il pelo.
L'ultimo male è il peggiore di tutti.
Il male viene a cavallo e se ne va a piedi.
I mali non vanno coperti.
Ogni male vuol cagione.
Mal che non duole, guarir non puole.
Male di capo vuol mangiare e vuol vuotare.
La gotta nelle ossa, dura fino alla fossa.
Rosolia, in tre di secca e va via.
Tigna di vergognoso e mal francese di goloso, non guarì mai.
Braccio al petto e gamba a letto.
Non ti lagnar di medico o speziale, quando maggior d'ogni rimedio è il male.
MALI e RIMEDI
A mali estremi, estremi rimedi.
Più violenta la malattia, più forte la medicina.
Contro la morte erba non cresce.
La cura può esser peggiore della malattia.
Ogni male trova il suo balsamo.
Ogni male ha la sua ricetta.
Non bisogna piangere, ma rimediare al male.
Il male fa presto a venire e tardi ad andar via.
MALIGNITA'
Occhio maligno, anima sventurata.
Dove non è malizia non è peccato.
A cuor maligno non giova dottrina.
Chi mal ti vuole, mal ti sogna.
Parla come vuoi, i tristi lo torceranno in male.
Al mordace tutto dispiace.
Chi si fa Argo dell'onore altrui, riesce talpa nel suo.
Chi mal pensa, mal dispensa.
Chi desidera il male ad altri, il suo gli sta vicino.
La cattiva volontà non disse mai bene.
Chi ha in bocca fiele, non può sputar miele.
Il ladro crede che tutti sian compagni a lui.
C'è chi vede male e vorrebbe veder peggio.
E conseguenza chiara e naturale che pensi male degli altri chi opera male.
MALINCONIA
Nella buona compagnia, non ci sta malinconia.
Cento ore di malinconia non cacciano un quattrino di debito.
Malinconia non paga debito.
Para via la malinconia, e quel che ha da essere convien che sia.
Né di tempo, né di signoria, non ti dar malinconia.
Val più un'ora di allegria che cento di malinconia.
Meglio povero e allegro, che ricco e malinconico.
Letizia grande e gran malinconia, confinano ambedue con la pazzia.
MALLEVADORIA
Chi per altrui promette, entra per le larghe ed esce per le strette.
Chi conosce un furfante, non entra per lui mallevadore.
Chi vuol saper quel che il suo sia, non faccia malleveria.
Dà consiglio a tutti, ma non entrar mallevadore a nessuno.
Chi sta per altri, per altri paga.
MALVAGITA'
I malvagi portano l'inferno nel cuore.
Chi mal fa, male aspetta.
Il cuore dei bricconi è un mare in burrasca.
La compagnia dei malvagi è scuola di perversità.
Chi mal semina, mal raccoglie.
A chi male fa, male va.
Chi mal fa, mal pensa.
Quando vien la sera il malvagio si dispera.
Fanno del male i vivi, ma non i morti.
E più facile tirar fuori una lingua da un sasso, che una buona parola da un malvagio.
Il malvagio è un pessimo calcolatore.
La gente trista nuoce più a sé stessa che agli altri.
Non c'è malvagio uguale a quel che si compiace del far male.
L'eloquenza del cattivo è falso acume.
Le nozze dei furfanti duran poco.
La perversità fa l'uomo guercio.
Il lupo d'esser frate ha voglia ardente mentre è infermo, ma sano se ne pente.
A chi vuol far male non manca mai occasione.
Chi il suo cane vuole ammazzare, qualche scusa sa pigliare.
Riunioni di volpi, distruzione di galline.
L'amico della gente empia divien simile a loro.
Non ha il malvagio punto o centro fisso, ma da un abisso passa ad altro abisso.
MANGIARE
La minestra è la biada dell'uomo.
Il riso nasce nell'acqua ma deve morire nel vino.
A pancia piena si ragiona meglio.
I capponi sono buoni in tutte le stagioni.
Chi conserva per l'indomani, conserva per il cane.
Né col capretto né con l'agnello, si adopera il coltello.
Il caffé deve essere caldo come l'inferno, nero come il diavolo, puro come un angelo e dolce come l'amore.
Se ti vuoi nutrire bene, fai ballare i trentadue.
MARE
Il mare insegna a pregare.
A mare tranquillo ogni uomo è pilota.
Donna, fuoco e mare son pieni di pericoli.
Quando il mare è in bonaccia, tutti san navigare.
Non credere alle lacrime del mare, il suo occhio è sempre pieno d'acqua.
Tre cose fan l'uomo guadagnare, scienza, corte e mare.
Loda il mare e rimani a terra.
Meglio povero in terra che ricco in mare.
Và al mare, se vuoi ben pescare.
Chi non naufragò in mare, può naufragare in porto.
Il mare tanto inghiottisce i savi, quanto i pazzi.
Chi non va per mare, Dio non sa pregare.
Meglio una vecchia capanna in terra, che una nave nuova in mare.
Con il mare non si scherza.
Chi ha paura delle onde non navighi in mare.
Nel mare grosso si pescano i pesci grossi.
MARINAIO
Il buon marinaio si conosce col cattivo tempo.
L'arte del marinar è morire in mar.
All'erta marinar, che il vento cambia! L'intendersi del tempo fa il pilota.
Marinaio genovese, mercante fiorentino.
Barca rotta, marinaio scapolo.
Chi disse navigare, disse disagio.
Barca, perdita cavalca.
Chi è in mare naviga, chi è in terra radica.
Chi non sa osare, vada in mare a navigare.
Chi non naviga, non sa cosa sia timor di Dio.
MARITO
Buon marito è difficil che sia quello, che fu cattivo figlio, o mal fratello.
I mariti gelosi sono spesso quelli che hanno la camicia sudicia.
Chi ha marito, ha padrone.
Il marito di una donna savia di rado è infelice.
Chi ha buon marito lo porta in viso.
Un marito intelligente governa senza tiranneggiarla, la moglie sua.
Cattivo amico, pessimo marito.
Il marito che batte la moglie, batte e disonora se stesso.
Marito e figli come Dio te li dà, così te li piglia.
Chi non piglia l'amante al laccio, resta in casa a guardare il catenaccio.
Quello è un marito disgraziato, la cui moglie non sa accendere il fuoco.
Il marito vecchio è una spina e il marito giovane, una rosa per la giovane moglie.
Il marito deve acquistare, nutrire, procreare, la moglie deve conservare, partorire, allattare.
Il marito deve guadagnare e la moglie deve conservare, se non vogliono ambedue mendicare.
Chi ha male al dito sempre lo mira, chi ha mal marito sempre sospira.
L'amor del marito è la vita della moglie.
Il marito deve essere paziente, ma anche la moglie dev'essere ubbidiente.
Il marito stolto teme la moglie.
Il marito non deve avere in bocca denti da lupo, ma nemmeno esser senza denti.
Ben dappoco è quel marito che è schiavo della moglie.
Felice quell'amore che non va troppo per le lunghe.
Marito disamorato, matrimonio rammaricato.
Marito pari, moglie pari; l'uguaglianza è il vincolo dell'amore coniugale.
Quando il marito vive alle spalle della moglie, non si lagni se è il suo zimbello.
Marito e moglie d'accordo, matrimonio felice.
Se il marito parla bene e la moglie tace, la famiglia vive in pace.
Spesso il marito si lagna della moglie e la moglie del marito, ed hanno ambedue ragione.
Quando il marito è in collera, il tacer della moglie è la miglior risposta.
Il marito può esser più vecchio di dieci anni della moglie, ma ella non deve esser più vecchia di lui di un anno solo.
E meglio sedere a tavola imbandita con un marito vecchio, che con un giovane a denti secchi.
Poco vale quel marito che è schiavo della moglie.
Due dì gode il marito la sua metà, quando la piglia e quando se ne va.
Nel marito prudenza, nella moglie pazienza.
Uomo ammogliato, uccello in gabbia.
MARZO
Marzo nuvoloso, estate piovosa.
Marzo arido, Aprile umido.
Marzo tinge e Aprile dipinge.
Marzo cambia sette cappelli al giorno.
Tanta nebbia di Marzo, tanti temporali d'estate.
Marzo al vento, Aprile nell'acqua.
Chi ha messo Marzo in primavera ha fatto male.
A Marzo chi non ha scarpe va scalzo, d'Aprile chi ne ha sta bene.
Sole di Marzo o ti tingo o ti ammazzo.
La neve marzolina dura dalla sera alla mattina.
Per san Benedetto, la rondine è sotto il tetto.
Da Marzo ad Aprile c'è poco da dire.
Marzo piovoso, anno straccioso.
Marzo ha comprato la pelliccia a sua madre, ma tre giorni dopo l'ha venduta.
Marzo pazzerello guarda il sole e prendi l'ombrello.
Marzo, la serpe esce dal balzo.
Come Marzo s'avvicina, tutti gli umori si risentono.
Di Marzo, ogni villan va scalzo.
Di Marzo, ogni matto vada scalzo.
L'acqua di Marzo è peggio delle macchie nei vestiti.
La nebbia di Marzo non fa male a nessuno.
Marzo non ha un di come l'altro.
Marzo è un mese pazzo.
Marzo, vuol far sempre le sue.
Nel Marzo, un sole e un guazzo.
Se Marzo non marzeggia, April mal pensa.
Quando Marzo marzeggia, April campeggia.
Se tu vedrai sol chiaro, sia Marzo come Gennaio.
A Marzo chi non ha scarpe, semini scalzo.
Marzo asciutto la indovinano fino i ceppi.
Quando Marzo fa Aprile, Aprile fa Marzo.
MEDICINE
Il sangue sta bene nelle vene.
La valeriana ogni mal risana.
L'astinenza è la prima medicina.
Dolori: olio dentro e olio fuori.
La dieta ogni cosa quieta.
La miglior medicina è la vita ordinata.
Olio di lucerna, ogni mal governa.
Acqua di gelsomini è buona per i bambini.
Sciroppo di cantina, pillole di gallina, buon mantello, e manda il medico a farsi bello.
Roba calda il corpo non salda.
Il letto è una medicina.
Chi piglia medicina senza male, consuma l'interesse e il capitale.
Non c'è erba che guardi in sù, che non abbia la sua virtù.
Febbre nervina, non vuol dottori, né medicina.
Il sangue una volta l'anno, il bagno una volta al mese, il mangiare una volta al giorno.
In pericolo ugual la stessa tazza, di due ammalati un salva e l'altro ammazza.
MEDICO
Chi non obbedisce al medico, obbedirà al becchino.
Medico vecchio e chirurgo giovane.
I medici e la guerra, spopolano la terra.
E un gran medico, chi conosce il suo male.
Un buon medico ha un buon balsamo per ogni ferita.
Ne ammazzano più i medici che le malattie.
Il tempo è un gran medico.
I dottori non vogliono superiori.
Chi vuol star sano, dal medico stia lontano.
Un buon medico non dà soltanto bevande dolci, ma anche pillole amare.
Il buon medico non ha paura di scorticare.
Il medico aiuta sempre, se non l'ammalato, la propria borsa.
Chi ai medici si dà, a sé si toglie.
Meglio un medico fortunato che uno dotto.
MEGLIO
L'ottimo è spesso nemico del buono.
Quando una cosa sta bene che basta, lasciala star perché si guasta.
Il buono è buono, ma il migliore è meglio.
Dal bene viene il meglio, e dal meglio il peggio.
Dove il cattivo è meglio, il meglio è nulla.
L'uomo non ha peggior nemico del meglio.
Non bisogna voler fare le cose troppo bene.
Chi ha bene e va in cerca di meglio, trova il peggio.
Dopo un meglio, ne viene un peggio.
Quando il sole risplende, non ti curar della luna.
Il meglio va serbato all'ultimo.
Se non può essere meglio, sia com'è.
La troppa diligenza, spesso diviene negligenza.
Il meglio è nemico del bene.
Meglio una volta arrossire che mille impallidire.
MEMORIA
La memoria è il tesoro dell'anima.
Chi non ha buona memoria, deve avere buone gambe.
La memoria si perde, e la scrittura resta.
L'intelletto val più della memoria.
L'uomo quando invecchia perde la memoria.
Quel che s'impara con fatica, non si dimentica facilmente.
La memoria vuol essere esercitata.
Nella memoria sta il sapere umano.
Una buona memoria ed un intelletto acuto, si trovano di rado in una testa.
La memoria è un vaglio: il piccolo cade, il grosso rimane.
Il rimedio della cattiva memoria è spesso il pensarci su.
Pensar spesso ad una cosa è la miglior medicina per la memoria.
MENZOGNA
Il diavolo è il padre della menzogna.
Chi mente ruba; e chi ruba, mente.
Un labbro menzoniero è in odio al Sommo Vero.
Tosto o tardi alfin bisogna, che si scopra la menzogna.
Chi sempre mente, vergogna non sente.
Chi tollera il mentire, insegna a rubare.
E meglio il vero rusticamente dire, che civilmente mentire.
La menzogna sempre resta con vergogna.
Chi comincia col mentire, finisce con l'ingannare.
Quando l'angelo vuol diventare demonio, impara a mentire.
Credesi il falso al verace, negasi il vero al mendace.
MERAVIGLIE
Le meraviglie nascono senza seminarle.
Le cose non comprese sono sempre meravigliose.
Nessuna meraviglia dura più di tre dì.
La meraviglia, dell'ignoranza è figlia.
MERCANTE
Mercante di vino, mercante poverino.
Mercante d'olio, mercante d'oro.
Mercante litigioso, o fallito o pidocchioso.
Mercante di frumento, mercante di tormento.
Tanto è mercante chi compra come chi vende.
Il mercante prima si fa i soldi poi la coscienza.
MERITO
Merito non conosciuto poco vale.
Al merito le sue corone, e ai porci le loro fave.
Il merito più grande è il più modesto.
I propri meriti sono i migliori antenati.
Il merito senza fama è come sepolto.
Nessun merito è senza fatica.
Chi non ha meriti propri, non può giudicare i meriti altrui.
Il merito aspetta a chi comincia, anche se migliora chi vien dopo.
MESTIERI
Ogniuno patisce mel suo mestiere.
Il cuoco non muor di fame.
Il miglior podere, è un buon mestiere.
Buon falegname fa pochi trucioli.
Punto di festa poco dura, ma fa figura.
Punti lunghi e mal tirati, oggi cuciti domani strappati.
Contadini e montanini, scarpe grosse e cervelli fini.
Chi vuol far l'altrui mestiere, fa la zuppa nel paniere.
Lo speziale ai suoi cerotti, e il cuciniere ai suoi stracotti.
Meglio saperne uno bene che trenta male.
Al sarto povero si torce l'ago.
Guai a quel pescatore che teme l'acqua fredda.
L'acqua del pozzo e l'erba dei prati, fa i farmacisti ricchi e fortunati.
Cacciatore senza cane, è come un uomo senza pane.
Chi ha mestiere non può perire.
Chi vuol udir novelle, dal barbiere si dicon belle.
Vale più un colpo del maestro che cento del manovale.
Chi vuol far lavor gentile, ordisca grosso e trami sottile.
Chi vuol saper cos'è l'inferno faccia il cuoco d'estate e il carrettiere d'inverno.
Tutti i mestieri fanno le spese.
Povero è chi non sa far niente.
Chi è uso alla zappa, non pigli la lancia.
Cacciatori, pescatori, giocatori e musicanti non arricchiscono mai.
Lascia che stia al remo chi ha imparato a vogare.
Tutti i mestieri danno il pane.
Invito d'oste non è senza costo.
Pescatore e suonatore di violino, a fine d'anno non han più un quattrino.
Chi sa adoperare squadro e piombo, può camminare in tutto il mondo.
Al villano la zappa in mano.
Un buon mestiere vale due patrimoni.
Chi esercita un mestiere che non conosce, i soldi gli diventan mosche.
Sono rari quei barbieri che non fanno due mestieri.
Ogni mestiere vuole la sua destrezza.
Chi fila sottile, stenta a ordire, chi fila grosso lo porta in dosso.
MINACCE
Le minacce non rompono le ossa.
Schiaffo minacciato non fu mai ben dato.
Il pauroso ha la bocca piena di minacce.
Gente minacciata vive a lungo.
Le minacce non son che parole.
Chi minaccia da lontano, tace poi quand'è vicino.
Nessuna cornacchia morì mai per minaccia.
Non tutti mordono quelli che mostrano i denti.
Di promesse non godere, di minacce non temere.
I signori che molto tuonano, poco fulminano.
La minaccia del pericolo di domani non turbi il tuo sonno di oggi.
Qual la minaccia, tal la paura.
Dalle grida ne scampa il lupo.
Sono i migliori nemici, quelli che prima minacciano.
Le minacce sono le armi del minacciato.
MISERIA
La miseria è maestra di ingegnosità.
Guardalo bene, guardalo tutto, l'uomo senza soldi com'è brutto.
Chi non ha nulla da perdere, ha nulla da temere.
La miseria è un gran malanno.
Neanche cento Padri possono spogliare un nudo.
Miseria confortata non è miseria.
Miseria rincorre miseria.
Pignatta vuota e boccale asciutto guasta il tutto.
Quando il misero dona al ricco il diavolo se la ride.
Miseria non guasta gentilezza.
MODA
La moda va e viene.
La moda entra dappertutto.
Piuttosto fuor del mondo, che fuor di moda.
Il mantello copre il brutto e il bello.
Ogni moda passa per bella.
Il diavolo va sempre all'ultima moda.
I pazzi inventano la moda e i savi la adottano.
Se andar nudo fosse di moda, nessuna fanciulla porterebbe camicia.
I vestiti si portano il primo anno per amore e il secondo per forza.
Ben puoi mangiare a modo tuo, ma devi vestire a modo altrui.
La moda è la maggior tiranna del mondo.
La moda determina il prezzo delle merci e il valore delle virtù.
Chi serve la moda, serve una gran tiranna.
MODERAZIONE
La moderazione è la salute dell'anima.
Il troppo guasta e il poco non basta.
Per far vita pura, convien arte e misura.
Il troppo e il troppo poco, rompono la festa e il gioco.
Il buon pastore tosa, ma non scortica.
Chi fece nel seren troppo gran festa, avrà doglia maggior nella tempesta.
Bisogna seminare con la mano e non col sacco.
Chi non ha discrezione non merita rispetto.
Chi apre il sacco più di quel ch'è grande, lo squarcia.
Le piante vogliono essere annaffiate, ma non scorticate.
La moderazione nei piaceri ne forma l'incanto e la durata.
Non bisogna distendere i piedi più in là della coperta.
Fra la briglia e lo sprone, consiste la ragione.
Chi non misura non dura.
MODERNISMO
La donna ha oggi la maschil fierezza e l'uomo della donna ha la mollezza.
Dacché gli uomini portan gli orecchini, sembra che il mondo sempre più declini.
Non è più il tempo in cui Berta filava, e tutto il mondo alla buona andava.
MODESTIA
La modestia è madre d'ogni creanza.
La modestia è Im dattero che matura raramente sull'albero della ricchezza.
La fortuna del savio ha per figliola la modestia.
Chi siede in basso, siede bene.
Troppa modestia è orgoglio mascherato.
Esser dotto poco vale, quando gli altri non lo sanno.
Se nessuno sa quel che sai, a nulla serve il tuo sapere.
Merito non conosciuto poco vale.
Fra Modesto non fu mai priore.
Fra sepolto tesoro e occulta scienza, non vi conosco alcuna differenza.
MOGLIE
Bella moglie, dolce veleno.
La moglie bella ti fa far la sentinella.
Senza moglie a lato, l'uomo non è beato.
Meglio pigliar moglie che insidiar l'altrui.
Al mulino ed alla sposa manca sempre qualche cosa.
L'onor della casa sta nella moglie e non nel marito.
La buona moglie fa il buon marito.
La moglie è la chiave di casa.
Chi ha moglie ha doglie.
Moglie magra e dote grassa, fa che ognuno se la passa.
Il contento di bella moglie, poco si dà, e molto si toglie.
Da ricca casa compra il cavallo, e da casa povera piglia moglie.
Abbi donna di te minore, se vuoi essere signore.
O bella o brutta che la moglie sia, bisogna che la tenga in compagnia.
Dà moglie al tristo, dà marito alla dolente; fatto il contratto ognuno se ne pente.
Chi sposa il denaro, prende cattiva moglie.
Onora, o marito, la moglie che onorasti amante.
Moglie bella, cattiva massaia.
Buona moglie e gamba ammalata trattengono il marito in casa.
Qual figlia vuoi, tal moglie piglia.
Quando la moglie è onesta e bella, la gioia si affaccia e ride dalla finestra.
La prima è matrimonio, la seconda compagnia, la terza un'eresia.
Ci vogliono dieci occhi per trovare una buona moglie.
Chi vuole avere una buona moglie, più che la bellezza cerchi la bontà.
La moglie fa metter giudizio.
Se la prima moglie è una facchina, la seconda è una regina.
Alla moglie pigra il fanciullo serve sempre di scusa.
A chi muore la moglie amata, non rimane che mezz'anima e mezzo corpo.
La moglie dell'uomo dotto vorrebbe essere un libro.Una moglie adorna distoglie il marito dall'amoreggiare con le altre.
Chi ha una cattiva moglie, non ha bisogno del diavolo.
La moglie non deve essere né troppo bella, né troppo brutta.
Due cose sono migliori della dote: buon nome e buon cuore.
Guarirà presto da catarri e doglie il vecchio unito a una seconda moglie.
Giovane moglie e carne di maiale a chi non ha buon stomaco fa male.
Tra moglie e marito, non mettere dito.
Chi ha quattrini conta, chi ha bella moglie canta.
Chi piglia moglie per denaro, sposa spesso liti e guai.
Moglie e buoi dai paesi tuoi.
MONDO
Il mondo sta con tre cose: fare, disfare e dare ad intendere.
Questo mondo è fatto a scale, chi le scende e chi le sale.
Il mondo è bello perché è vario.
Oggi male, domani bene, piglia il mondo come viene.
Il mondo va da sé.
Il mondo sarebbe buono se gli uomini valessero qualche cosa.
Nel mondo c'è da vivere per tutti.
Umani rispetti, sospetti e dispetti rovinano il mondo.
Quattro cose rovinano il mondo: opinione, forza, denaro e pazzia.
Il mondo è bello, perché ognun si guida il suo cervello.
Il mondo è come il mare, e vi affoga chi non sa nuotare.
A questo mondo bisogna: o adattarsi, o arrabbiarsi, o disperarsi.
Chi il mondo non vede, qual sia non crede.
Il mondo è sempre mezzo da vendere e mezzo da impegnare.
Favore, potere e denaro governano il mondo.
Prendi il mondo com'è, e non come dovrebbe essere.
Il mondo è un libro che serve soltanto a chi vi sa leggere.
Chi ambisce la stima del mondo, rischia di perdere quella di Dio.
Il mondo è un gran libro, di cui quelli che stanno a casa non leggono che una pagina.
Il mondo è cieco e si lascia governare come un fanciullo.
Questa ruota sempre gira, chi sta lieto e chi sospira.
Questo mondo è fatto a scarpette; chi se le lava e chi se le mette.
Tutto il mondo è paese.
Buone parole e strette di mano sono la moneta del mondo.
Il sì e il no governano il mondo.
Chi vuol vivere bene al mondo, tema Dio e se ne stia tranquillo.
Tre cose sorreggono il mondo: credito, carta e denaro.
Di quattro cose si ha sempre bisogno al mondo: acqua, fuoco, pane e denaro.
Il mondo è sempre andato come or va e press'a poco così sempre andrà.
Dai suoi gangheri il mondo ha tratto fuori: le donne, i cavalier, l'armi e gli amori.
MORTE
Quegli tiene gran prudenza che alla morte sempre pensa.
Campane ed ore, qualcun che muore.
La morte guarisce tutti i mali.
Anche la morte non si ha gratis: ci costa la vita.
Temer la morte è peggio che morire.
La morte non prende all'uomo che la vita.
Migliore diventerai, se alla morte penserai.
Chi non muore si rivede.
Povero è chi muore e questo mondo lascia, perché chi resta, fra male e bene se la passa.
La morte paga i debiti, e l'anima li purga.
Povero chi desidera la morte, più povero chi la teme.
Errore di medico, volontà di Dio.
Al mazzier di Cristo non si tien mai porta.
La morte pareggia tutte le partite.
Sulla bara si cantano le esequie.
Facendo il male, sperando il bene, il tempo passa e la morte viene.
La morte non si deve né desiderare, né temere.
Quando si tratta della morte, anche il diavolo impara a pregare.
Chi muore esce d'affanni, ma tutti si vuol viver cent'anni.
Il tempo passa e la morte viene, guai a chi non ha fatto il bene.
La morte è il sonno dei buoni, il terror dei ricchi, il ricovero dei poveri e la consolazione dei tribolati.
Chi più vive, più muore.
Tutto muore al mondo, tranne la morte.
Gesù, Gesù, chi muore non c'è più.
Chi pensa ogni giorno di dover morire, non può mai fallire.
I vecchi portano la morte davanti e i giovani dietro.
Dopo la morte, tutti si puzza a un solo modo.
Non ogni salmo termina col gloria, il fine è un "requiem dell'umana boria.
Morendo ci si libera di tutti i fastidi.
Temi i vivi e rispetta i morti.
La morte non guarda soltanto nel libro dei vecchi.
Va dove ti pare, la morte ti scoverà.
I morti aprono gli occhi ai vivi.
Né all'assente, né al morto non si deve fare torto.
Si comincia a morire quando si nasce.
Meglio un asino vivo che un dottore morto.
Si muore giovani per disgrazia, e vecchi per dovere.
Tutti nascono piangendo, e nessuno muore ridendo.
La morte, non perdona al forte.
A mal mortale né medico, né medicina vale.
Tutte le morti hanno la loro scusa.
Di giovani ne muore qualcuno, ma di vecchi non ne scampa nessuno.
La morte è un debito comune.
Oggi a me domani a te.
Alle lacrime d'un erede, è ben matto chi ci crede.
Chi muore giace, chi vive si dà pace.
Per togliere un morto di casa ci vogliono quattro persone.
Pianto per morto, pianto corto.
Male per chi se ne va, peggio per chi resta.
Altro è parlar di morte, altro è morire.
Morto un papa se ne fa un altro.
Con poco si vive, con niente si muore.
Morire e pagare sono le ultime cose.
La morte viene quando meno s'aspetta.
A tutto c'è rimedio fuorché alla morte.
Dolore di moglie morta, dura dall'uscio alla porta.
Morte desiderata, cent'anni per la casa.
Chi gode muore e chi patisce stenta a morire.
Morta la serpe, spento il veleno.
Ogni cosa è meglio della morte.
MOSCHE
La mosca tira i calci che può.
Le mosche corrono dietro ai cani magri.
Le mosche non devono far guerra all'aquila.
Le mosche si posano sopra alle carogne.
Anche la mosca ha la sua collera.
I mosconi rompon le tele dei ragni.
La mosca che punge la tartaruga si rompe il becco.
Ogni mosca ha la sua ombra.
Non si possono pigliare tutte le mosche che volano.
Chi uccella a mosche, morde l'aria.
MULO
Mulo buon mulo, ma cattiva bestia.
Schiena di mulo, corso di barca, buon per chi n'accatta.
MUSICA
La musica è una gioia sonora.
Chi paga la musica ha anche diritto di ballare.
Chi non ama la musica, non ha il cuor ben fatto.
La musica è l'occhio dell'orecchio.
E il tono che fa la musica.
Chi impara la musica a ottant'anni, suonerà il giorno del giudizio.
Chi non ascolta volentieri la musica, ha cattivo gusto.
Musica, amore e vino sono la rovina della gioventù.
La musica per quanto bella, non guarisce il dolore dei denti.
La musica caccia le lacrime e rallegra il cuore.
La musica nei dissimili, e l'amicizia nei simili. |