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DIZIONARIO DEI PREVERBI
Dizionario o vocabolario dei preverbi un detto breve e spesso arguto, di origine popolare e molto diffuso, che contiene massime, norme, consigli fondati sull'esperienza.

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Dizionario o vocabolario: dei proverbi per consultare i vari proverbi presenti nel vocabolario o dizionario.
DIZIONARIO O VOCABOLARIO
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Proverbio

definizione
Proverbio Sentenza breve di uso comune, che esprime idee e credenze comunemente accettate. Per la maggior parte, i proverbi affondano le loro radici nel folclore e sono stati conservati dalla tradizione orale. Un esempio di questa saggezza popolare è "Chi dorme non piglia pesci". Spesso le stesse credenze comunemente accettate si ritrovano in proverbi di lingue e culture diverse. La Bibbia ha fornito un gran numero di proverbi, ad esempio "Occhio per occhio, dente per dente", che ha un equivalente africano in "Una pelle di capra compera una pelle di capra; una zucca, una zucca". Il proverbio "Un passero in mano ne vale due nella siepe", che proviene dal latino medievale, conta numerose varianti in italiano ("Meglio un uovo oggi che una gallina domani"), spagnolo, portoghese, rumeno, tedesco e islandese.
I proverbi hanno talvolta origini letterarie, come l'adattamento in senso cristiano della frase di Esopo "Aiutati che il ciel ti aiuta" o il detto, tratto dalla Divina Commedia di Dante Alighieri, "Cosa fatta capo ha". Altri possono aver preso spunto dalla vita quotidiana, come "Prima o poi tutto viene a taglio, anche le unghie per pelare l'aglio", o far riferimento a superstizioni, come "Di venere e di marte non si sposa e non si parte", o alle condizioni del tempo, come "Rosso di sera bel tempo si spera". Altri proverbi sono nati da abitudini cadute in disuso, come nell'espressione "Essere al verde", sorta dall'uso di sospendere le aste quando la candela sul tavolo del banditore si riduceva all'estremità dipinta di verde.
Particolare fortuna ebbe nel Rinascimento la raccolta di proverbi classici (Adagi) compilata da Erasmo da Rotterdam. In Italia, l'interesse per la cultura popolare e il mondo dei proverbi fu promosso nell'Ottocento da Niccolò Tommaseo e Giuseppe Giusti.

CALUNNIA

La calunnia è un assassinio morale.
La calunnia offende tre: chi la dice, a chi la si dice, e di chi la si dice.
La saetta gira gira, torna addosso a chi la tira.
Chi semina spine, non vada senza scarpe.
Il mal ch'esce di bocca casca nel seno.
Un quattrin di carta, una penna e un danaro d'inchiostro fanno apparir d'un uomo un mostro.
Se uno dice male, cento non fanno in tempo a dire bene.
Chi. gratta la rogna agli altri, rinfresca la sua.
Non vi è niente che sia creduto più in fretta che una calunnia.
Raglio d'asino non sale in cielo.
La lingua è la peggior carne del mondo.
Contro le malelingue non basta la corazza.
Non vi sono fieno e paglia sufficienti a tappar la bocca alla canaglia.
Le cattive lingue tagliano più che le spade.
Si può rimediare al mal fatto, ma non al mal detto.
La lingua non ha ossi ma fa mali grossi.
La lingua non ha ossa ma fa rompere le ossa.

CANE Cane mogio e caval desto.
Mentre il cane si gratta, la lepre scappa.
Carezze di cane, di sgualdrine e invito di oste, non è poco quello che costano.
Il cane rosicchia l'osso perché non lo può masticare.
I cani abbaiano a chi non conoscono.
Al cane vecchio la volpe sputa in faccia.
Chi dorme coi cani, si alza con le pulci.
Cane addormedtato e cavallo sveglio.
Il cane del fabbro dorme al rumore del martello e si desta a quello delle ganasce.
Botte e pane fanno il cane.
I cani sentono la traccia del padrone.
Tutti i cani muovono la coda e tutti gli sciocchi voglion dir la loro.
Fortunato come i cani in chiesa.
E come il cane dell'ortolano che non mangia la frutta e non la lascia mangiare agli altri.
Cane amoroso, sempre velenoso.
Cane che abbaia non morde.
Chi tocca il cane, tocca il padrone.
Non si possono raddrizzar le zampe ai cani.
Chi tocca il can che giace, ha qualcosa che non gli piace.
Un cattivo cane rode una buona corda.
Placato il cane, facile è rubare.
Anche il cane col dimenar la coda si guadagna le spese.
Non dar del pane al cane ogni volta che dimena la coda.
Bisogna rispettare il cane per il padrone.
Chi ama me, ama il mio cane.
Il cane si alletta più con le carezze che con la catena. .
E meglio un cane vivo che un leone morto.
Chi non ha pietà per il cane, non ne ha per gli uomini.
Cani e villani non chiudono l'uscio.
A can che lecca cenere, non affidar farina.
Il cane vecchio non si abitua più alla catena.
Il cane non abbaia per la casa, ma per se stesso.
Il cane vecchio non abbaia invano.
Quando il cane sale sul cuscino vuol giacere nel letto.
L'ingordo cane che due lepri caccia, ben presto d'ambedue perde la traccia.
Il can che abbaia, corre e salta in chiesa, raro è che esca con la schiena lesa.
Cerca la preda al cacciatore il cane, e n'ha in compenso poco e rozzo pane.
Il cane che ha rubato il lardo al cuoco, si tien la coda fra le gambe al fuoco .
Cane e gatta tre ne porta e tre ne allatta.

CAPRA Capra vecchia bene sbrocca.
Non fu mai vista capra morta di fame.
La Capra giovane mangia il sale e la vecchia, il sale e il sacco.
Capra zoppa non soggiorna all'ombra.
La caPra non contrasta col leone.

CAREZZA Figlio troppo accarezzato non fu mai ben allevato.
Dalle troppe carezze, guardati.
Chi ti vuol male, ti liscia il pelo.
Chi il suo figlio troppo accarezza, non ne sentirà allegrezza.
Chi accarezza la mula, buscherà calci.
Le carezze si fanno ai minchioni.

CARITA Chi fa carità è ricco e non lo sa.
La carità comincia a casa propria.
La carità consola chi la fà.
Chi ha carità, carità aspetti.
Carità per forza, fiore che puzza.
La carità largheggiando arricchisce.
La carità, beato chi la fà.
Chi fa la carità, se non la trova, la troverà.
Il caritatevole dà dalla porta, e Iddio mette dentro dalla finestra.
Con il tuo denaro in ciel fatti una scorta, perché dietro chi muor nulla si porta.
Chi ricusa di far niacere altrui, non troverà chi far ne voglia a lui.

CARNEVALE Non c'è carnevale senza la luna di febbraio.
L'amore di carnevale muore in Quaresima.
A carnevale ogni scherzo vale.
A carnevale tutto è lecito.
Le maschere hanno spaccio in carnevale e allor ch'è d'uso più la roba vale.
La gola, il ballo e il gioco in carnevale, vidi ogni anno a qualcuno esser fatale.
Tutti i cibi in Quaresima fan male, a chi abusò di tutti in carnevale.
Fa carnevale in maniera di poter fare pure una buona Pasqua.
Il carnevale al sole, la Pasqua al fuoco.
Carnevale col sole, Pasqua molle.
A carnevale, il povero va a zappare.
A carnevale si conosce chi ha la gallina grassa.

CASA Niente è più bello di casa nostra.
Casa mia, casa mia, per piccina che tu sia, tu mi sembri una badia.
Non vi è pace in quella casa dove la gallina canta e il gallo tace.
Casa mia, donna mia, pane e aglio vita mia.
Casa mia, mamma mia.
Ciascuno a casa sua, muove la coda e il sedere, in casa degli altri soltanto la coda.
Dalla casa si riconosce il padrone.
Chi vuole casa netta, gente d'altri non ci metta.
In casa sua ognuno è re.
La casa va sempre male quando la donna porta i calzoni e l'uomo il grembiule.
Il pane fatto in casa è sempre il più saporito.
In casa propria si fa come si vuole; in casa altrui, come si può.
Casa forte ha quattro colonne: padre valente, madre prudente, figlio obbediente, fratello compiacente.
Nessuno può indovinare quanto costi impiantare una casa o una vigna.
Casa compita avrem nell'altra vita.
Magari male, ma a casa sua.
La casa è sempre casa per umile che sia.
Quando la casa brucia, tutti si scaldano.
Una casa senza donna è come una lanterna senza lume.
Quando uno è stato a casa del diavolo, sa ciò che vi avviene.
Chi imbianca la casa, vuole affittarla.
Casa senza inquilini, nido di topi.
Chi non cura sua magione, non è uomo di ragione.
La casa e la moglie si godono più di ogni altra cosa.
Ad ogni uccello, suo nido è bello.
E meglio essere il primo a casa tua, che il secondo in casa altrui.
Camera adorna, donna savia.
Chi non ha casa non può farsi la cuccia.
La bella gabbia non nutre l'uccello, sotto i suoi tetti è il viver più bello.
Se vuoi guardar la casa, fa un uscio solo.
Più vale il fumo di casa mia, che l'arrosto dell'altrui.
Lontan da casa sua, vicino a qualche disgrazia.
Per Pasqua e per Natale, nessuno lascia il suo casale.
Ogni uccello fa festa al suo nido.
Chi non ha casa non ha contrada.
Chi ha la sua casa, poco gli manca.
E buona cosa la messa udire, ma è meglio la casa custodire.
Buono è l'amico, buono il parente, ma triste la casa dove non si trova niente.
Casa senza amministrazione, nave senza timone.
Giusto è la Patria amar, amano anch'esse le spelonche natie le fiere stesse.
Abbia pur figli, abbia bicchieri assai, non ne avrà troppi la tua casa mai.

CASTIGO Chi ne castiga uno, cento ne minaccia.
Chi ha fatto il male, faccia la penitenza.
Benedetto chi si castiga da se stesso.
Il bambino piange per il suo bene, il vecchio per il suo male.
Figlio senza dolore, madre senza amore.
Non c'è vizio senza punizione.
Chi ben ama ben castiga.
La prima si perdona, alla seconda si bastona.
Il castigo può differirsi, ma non si toglie.
E meglio pianga il figlio che il padre.
Non basta strillare dove è necessario un castigo.
Chi risparmia il bastone fa il figlio birbone.
Dove molti peccano nessuno si castiga.
Chi non castiga culino, castigherà culaccio.
La pena è zoppa, ma arriva.
La madre pietosa fa la figlia tignosa.
Castiga il cane e il lupo, ma non il pel canuto.
E meglio la musica che la battuta.
Chi pecca in segreto, fa la penitenza in pubblico.
Il fuoco fa saltar le vespe fuori dal vespaio.

CASTITà La castità è la prima beltà.
Giovane e bello, è bene; brutto e casto è meglio.
Sobrio a tavola e casto a letto.
Nella casa dove manca castità, non alberga felicità.
Tre cose mantengono casta la donna: malattia, superbia e mancanza d'occasione.
Tutto il peso dell'oro val nulla rispetto ai pregi di un'anima casta.
Chi castiga il suo corpo, fa onore alla castità.
Bellezza e castità fanno gran guerra insieme.
Corpo pieno, di rado è casto.
Letto casto e pensieri pudici fanno bene all'anima e al corpo.
Castità in gioventù, balsamo di vita in vecchiaia.
Molto male fra le delizie sta la castità.

CAUSA ed EFFETTO Piccola scintilla può bruciar la villa.
Abbattuto l'albero scompare l'ombra.
Tolta la causa, cessato l'effetto.
Piccola pietra rovesciar può il carro.
Piccola fiamma non fa gran luce.
Molto può nuocere una piccola negligenza.
Nel bosco tagliato non ci stanno assassini.
Un piccolo buco fa affondare un gran bastimento.
Quando la radice è tagliata, le foglie se ne vanno.
Piccolo ago scioglie stretto nodo.
Piccole ruote portano gran pesi.
Buca il marmo fin d'acqua una goccia.
Debole catena muover può gran peso.

CAVALLO Ai cavalli fatica e biada.
E meglio caval fatto, che puledro matto.
Uomo a cavallo, uomo morto.
Uomo a cavallo, sepoltura aperta.
Cavallo che inciampa e non cade, è buon segnale.
Orzo e paglia fanno il caval da battaglia.
Il cavallo sano vuole quattro cose: briglia e biada, striglia e strada.
Cavallo tanto va, tanto vale.
Cavallo che si guarda indietro ha poca voglia di andare avanti.
In mancanza di cavalli trottano gli asini.
Al cavallo sprone e alla donna bastone.
Non tutti i cavalli corrono la gara, né tutte le parole meritano risposta.
Quando si tratta di cavalli diffida anche di tuo padre.
Tanto mangia un ronzino quanto un buon cavallo.
Il cavallo deve andare alla greppia e non la greppia al cavallo.
Chi compra cavalli compra fastidi.
Cavallo da fieno, cavallo da nulla.
Cavallo giovane porta soldati, cavallo vecchio porta concime.
Se il cavallo è buono e bello, non guardare né razza né mantello.
A buon cavallo non c'è bisogno di dire: trotta! Ciò che si risparmia in biada va poi in frusta.
Chi trascura il chiodo finisce col perdere il cavallo.
La biada della sera va nelle gambe, quella del mattino va nel letame.
I più grandi nemici dei cavalli sono il riposo e il grasso.
Cavallo o cavalla, cavalcali sulla spalla.
Caval d'Olanda, buona bocca e cattiva gamba.
Una buona strigliata vale una passeggiata.
Cavallo troppo ghiotto scavalca il padrone.
Far trottare un cavallo dopo avergli dato la biada è farla seminare per strada.
A cavallo mangione corda corta.
A cavallo da fieno uomo di paglia; a uomo di paglia cavallo da fieno.
A cavallo giovane, cavaliere vecchio.
Mangione fa cavallone.
Caval pomellato caval malato.
Chi non ha travagli, tenga dei cavalli.
Cavallo vecchio non cambia andatura.
Né cavalli, né giardini, sono fatti pei poverini.
Chi tien cavallo e non ha strame, in capo all'anno muore di fame.
Molti cavalli e molti cani, fanno di un ricco un poverino.
Il cavallo che scappa da sé si castiga.
Il cavallo che obbedisce alla voce, non sopporta lo sprone.
Non basta un cavallo per fare un cavaliere.
Mal si giudica il cavallo dalla sella.
A buon cavallo non manca sella.

CERTEZZA Meglio il poco e certo, che il molto e incerto.
E meglio un fringuello in mano che un tordo da lontano.
E meglio un uovo oggi che una gallina domani.
Meglio fare una cosa, che desiderarla fatta.
E meglio un candelotto davanti che una torcia dietro.
Meglio un uccello in gabbia, che cento per aria.
Meglio un ho" che dieci "avrò.
Meglio avere in borsa che stare a sperare.
Non bisogna mai lasciare il certo per l'incerto.
Tutti sanno quante paia fanno tre buoi.
La matematica non è un'opinione.
Un uccello in mano ne val due nel bosco.
I buon bocconi piacciono a tutti.
Chi lascia pane e cappa, non sa dove incappa.
Un bene oggi ne vale due domani.
Vivi con ciò che hai, e non con ciò che aspetti.
Vedono meglio quattro occhi che due.

CICALA La cicala prima canta e poi muore.
Quando la cicala, canta in settembre, non comprare gran da vendere.

CITTA Roma a chi nulla in cent'anni, a chi molto in tre dì.
A Roma ci vogliono tre cose: pane, panni e pazienza.
Chi Roma non vede, nulla crede.
Milano la grande, Venezia la ricca, Genova la superba, Bologna la grassa, Firenze la bella, Padova la dotta, Ravenna l'antica, Roma la santa.
Venezia la bella, e Padova sua sorella.
Venezia bella, fabbricata sul mare; chi non la vede non la può stimare.
Non sono in Arno tanti pesciolini, quanti in Venezia gondole e camini.
Non ha Venezia tanti gondolieri quanti Vicenza conti e cavalieri.
A Venezia chi vi nasce mal si pasce, chi ci viene ci sta bene.
Genova, aria senza uccelli, mare senza pesce, monti senza legna, uomini senza rispetto.
Nave genovese e mercante fiorentino.
Milan può far, Milan può dir, ma non può far dell'acqua vin.
Pisa, pesa per chi posa.
Pane padovano, vino vicentino, carne furlana, trippe trevigiane, donne veneziane.
Bologna la grassa, ma Padova la passa.
Nel monte di Brianza, senza vin non si danza.
Il fiorentino mangia sì poco e sì pulito, che sempre si conserva l'appetito.
Di Bergamaschi, fiorentini e passere, n'è pieno tutto il mondo.
Napoletano largo di bocca e stretto di mano.
Da Lodi, tutti passan volentieri.
Torinesi e Monferrini, pane, vino e tamburini.

COCCODRILLO Il coccodrillo mangia l'uomo e poi lo piange.

COLLERA Donna in collera, mare in burrasca.
A uomo in collera, acqua in bocca.
La collera della sera bisogna tenerla in serbo per la mattina.
La collera non ha ragione.
La forza non sta nell'atterrare un nemico, ma nel domare la propria collera.
Chi s'addormenta maledicendo, si alza calunniato.
Non bisogna mai andare a dormire in collera.
Metti in uno scatolino la collera della sera per il mattino.
Chi s'arrabbia in fretta, in fretta si calma.
Chi va in collera perde la scommessa.
Tutto è amaro per chi ha il fiele in bocca.
La collera fa l'uomo cieco.
I più grossi temporali si sfogano prima.
Fa che la tua collera tramonti col sole e non sorga con esso.
A pentola che bolle, gatta non s'accosta.
A sangue caldo, nessun giudizio è saldo.
In forno caldo non può nascer erba.
A legno che ardendo fa rumore, nessun si levi in piedi per fargli onore.
Tempra la lingua quando sei turbato.
Chi è collerico è amoroso.
COLOMBO Il colombo che rimane in colombaia è al sicuro dal falco.
Colombo pasciuto, ciliegia amara.
Quando il colombo ha il gozzo pieno, le vecce gli sembrano amare.
COLPA Ognuno ha colpa dei suoi errori, e le tentazioni, le occasioni, sono scuse povere.
Chi nasconde le proprie colpe ne vuol commettere altre.
Spesso la colpa che uno dà agli altri è soltanto nostra.
Difendere la propria colpa, è un'altra colpa.
Tanto è ladro chi ruba quanto chi tiene il sacco.
Si dichiara colpevole chi si difende senza essere accusato.
Chi mira Dio presente, dalla colpa sta lontano.
Chi ha poca ragione vocia molto.
Dimmi chi ha attaccato lite e ti dirò chi ha ragione.
Le cattive cause peggiorano se le vuoi difendere.

COMANDARE Chi ben comanda, sarà obbedito.
Comanda e fa', e sarà fatto.
Quando le scarpe del padre vanno bene al figlio, comanda chi può.
Chi comanda con ragione, è obbedito a dovere.
Quando manca il timone, si perde la direzione.
Chi non sa fare, non sa comandare.
Quando ci sono tanti a comandare, le cose vanno come possono.
Chi vuol ben comandare, prima cominci a fare.
Chi comanda fa la legge.
Chi ha il mestolo in mano, lo rigira come vuole.
I cenni dei padroni sono comandi.
A un popolo pazzo dategli un capo spiritato.
Comandare poco giova, bisogna fare da sé.
Come intona l'abate, i frati rispondono.
Comandi chi può, ubbidisca chi deve.
A ognuno piace comandare.
Un comando si deve eseguire, non con la buona volontà, ma col fatto.
Chi comanda non suda.
Il comandare è più dolce del godere.
Comanda e fai da te.
Chi vuole vada, e chi non vuole mandi.

COMINCIARE Chi comincia male, finisce peggio.
Cattivo cominciamento, fine peggiore.
I principi sono sempre i più difficili.
Tutto sta nel cominciare.
Chi non comincia, non finisce.
Chi troppo comincia, poco finisce.
Chi ben comincia è a metà dell'opera.
Barba bagnata è mezzo rasa.
Comincia, che Dio provvede al resto.
Chi fece un, fece mille.
Chi comincia con la testa nel sacco, finisce con la testa rotta.
Ogni principio è duro.
Incominciando pensa al fine.
Tutti i principi sono deboli.
A tela ordita, Dio manda il filo.
Partita arrivata, partita guadagnata.

COMMERCIO Nel commercio s'impara a conoscere la gente meglio che in chiesa.
Il commercio è l'ombra della libertà e il padre della ricchezza.
Commercio senza intelligenza, danno certo.
Dove passano le merci, passano le idee.
In commercio vale più il credito che il denaro.
Cento fiorini in commercio danno pane e carne, e cento fiorini nell'agricoltura appena erbaggi e sale.
Con i soldi in mano si può comprar quel che si vuole.
Chi biasima vuol comprare.
Il mondo è mezzo da vendere e mezzo da comprare.
Olio, ferro e sale, mercanzia reale.
In commercio e in amore, sempre soli.
Oggi si perde, doman si guadagna.
La roba buona non resta invenduta.
La buona merce si loda da sé.
La merce buona non fu mai cara.
C'è chi compra e chi vende a caro costo, la pioggia di novembre e il sol d'agosto.
Il buono a prezzo vile non si vende e pur chi molto lo paga, meno spende.
Ai mercanti il comprare insegna il vendere, insegna a tutti il guadagnar IG spendere.
Roba ben tenuta è mezzo venduta.
Chi sa perdere sa guadagnare.
Misura e pesa e non avrai contesa.
Non comprare da chi si fa pregare.
Cera, tela e frustagno, bella bottega e poco guadagno.
Chi va al mercato e non è burlato, è sicuro in ogni lato.
Vendi in casa e compra in fiera.
Fiera trasportata, minestra riscaldata.
Si spende più a fare un mercante che un dottore.
La buona mercanzia trova presto recapito.
Chi buon guadagno aspetta, non si stanca.
Non resta carne in beccheria per trista che la sia.
E pericoloso commerciare con gli ebrei, quando cominciano a parebraico fra di loro.
Chi ben strumenta, ben s'addormenta.
Non mancò giammai da fare a chi vuol ben trafficare.
Pioggia in strada, tempesta in bottega.
Pietra, calcina e sabbione, mercanzia da babbione.
Il cattivo riscuotitore fa il cattivo pagatore.
Bisogna saper vendere la cattiva con la buona.
Chi compra alla fonte, compra bene.
Chi non sacrifica non guadagna.
E bene chiedere il prezzo, quand'anche non si voglia comprare.
Prima scrivi e poi conta, prima conta e poi scrivi.
E meglio non acquistare che perdere.
Buon pagatore dell'altrui borsa è signore.
Sotto il buon prezzo ci cova la frode.
A toglier su si gode, a pagar si sospira.

COMPAGNIA La compagnia delle persone oneste è un tesoro.
Chi va col lupo impara a ululare.
Dimmi con chi vai, e ti dirò che fai.
Meglio soli che male accompagnati.
Compagnia di uno, compagnia di nessuno; compagnia di due, compagnia di Dio; compagnia di tre, compagnia di re; compagnia di quattro, compagnia di matti.
Per avere compagnia si è sposato persino un frate.
Chi pratica lo zoppo impara a zoppicare.
Chi ha lupi per colleghi, porti il can sotto il mantello.
La buona compagnia è mezzo pane.
La cattiva compagnia porta l'uomo alla forca.
Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.
Fuoco e luce, mezza compagnia.
Non ti far capo della compagnia, perché è il capo che paga all'osteria.
Nella buona compagnia non ci sta malinconia.
Una pera guasta, infesta cento pere sane.
Una pecora rognosa ne guasta un branco.
Due bene, tre meglio, quattro male, cinque peggio.
Soli non si starebbe bene nemmeno in paradiso.
Povero dispettoso, vecchio lussurioso, e donna lisciata dispiace alla brigata.
La mala compagnia fa cattivo sangue.
Poca brigata, vita beata.
Accompagnati con chi è meglio di te e fagli le spese.
Chi il carbone tratta, dal carbone è tinto.
Chi va a letto con i cani, si leva con le pulci.
Il ladro sta bene in compagnia del malandrino.

COMPASSIONE Compiangendo gli altri, consoliamo noi stessi.
Chi patisce, compatisce.
Chi non ha compassione del cane, non ha compassione dell'uomo.

COMPLICITA Comandare, rubare e nascondere sono tre ladri.
Fra le male lingue e le cattive orecchie non c'è da scegliere.
Il ricettatore non è meno disonesto del ladro.
Chi loda un cattivo fatto, lo mette a proprio conto.
Chi tiene non è migliore di chi batte.
Chi tiene la scala non è men reo del ladro.
Chi ride di un'impertinenza, se ne fa complice.

COMPLIMENTI Complimenti ed inchini nulla costano e fruttano assai.
Vale più una buona faccia che un carro di complimenti.
I complimenti sono fatti per la bocca e non per il cuore.
I complimenti non costano nulla, ma molti li pagano cari.
Il fumo dell'arrosto non riempie la pancia.
Ogni pentolaio loda le sue pentole.
Nei complimenti la parsimonia è cortesia.
Chi loda la propria moglie, la guasta.
Chi si loda, s'imbroda.
Le parole di complimento non obbligano.
Dl' a una donna che è bella e il diavolo glielo ripete sette volte.
Ogni mercante loda la sua mercanzia.
L'incenso in testa piace a tutti.

COMUNE All'ufficio del comune, tristo o buono ce ne vuol uno.
Chi serve al comune, non serve a nessuno.
Tale è il gregge, qual è chi lo regge.
Chi mangia la torta del comune, paga lo scotto in piazza.
Il sindaco nuovo, manda via il vecchio.
Ogni male viene dalla testa.

CONCORDIA La concordia dei cittadini è il miglior baluardo dello stato.
Quando una casa è unita e concorde, può ben essere povera, ma è ugualmente felice.
La concordia fa forte i deboli.
La concordia è produttiva.
La concordia conserva il paese.
Nessun muro è tanto forte quanto l'unione e la concordia.
Dove la concordia mette tavola, Dio ne è commensale.
Con la concordia, le cose piccole crescono; con la discordia, le cose grandi diminuiscono.
La concordia anche i poveri arricchisce, la discordia anche i ricchi impoverisce.

CONDIZIONE I poveri sono i primi alla forca, e gli ultimi a tavola.
Quando il villano è in città, gli par d'essere il podestà.
Chi ha buona cappa facilmente scappa.
Non si sta mai tanto bene che non si possa star meglio, né tanto male che non si possa star meglio.
Chi ha denti non ha pane, e chi ha pane non ha denti.
Chi è abituato al campo, non vada alla corte.
Ai peggiori porci toccano le migliori pere.
Chi vuol veder scortesia, metta il villano in signoria.
Chi ha il capo di cera, non vada al sole.
Dio ti guardi dal villano rifatto e dal cittadino disfatto.
Quando il villano è a cavallo, non vorrebbe mai che si facesse sera.
La destra è serva della mancina.
Il buono a qualche cosa è l'asino del pubblico.

CONFORTO Più grande è la necessità, più vicino è l'aiuto.
Tutto si accomoda fuorché l'osso del collo.
Molte cose il tempo cura che la ragion non sana.
Quando Dio chiude una finestra, apre una porta.
Ogni domani porta i suoi pani.
Dio non manda se non quello che si può portare.
Dopo il cattivo viene il buono.
Quando il caso è disperato, la provvidenza è vicina.
Di quel che non si ha, non si deve render conto.
Gioia e sciagura sempre non dura.
Anche tra le spine nascono le rose.
Dio manda il caldo e il freddo secondo i panni.
Dietro al monte c'è la china.
Un'ora di buon sole asciuga molti bucati.
Tutto il male non vien per nuocere.
Non nevica tutto l'inverno.
Non nevica e non diaccia che il sol non la disfaccia.
Dietro al nuvolo vien sempre il sereno.
Quanto più la matassa è arruffata e tanto meglio si accomoda.
Il mendicante può cantare dinanzi al ladro.

CONOSCENZA Chi non conosce se stesso, non sa quello che vale e si dà a buon mercato.
Ognuno sa che cosa bolle nella sua pentola.
Ognuno sa quanto corre il suo cavallo.
Dove stringe la scarpa, lo sa chi ce l'ha nei piedi.
Conosci te stesso.
L'arte più difficile è quella di conoscere sé stesso.
Ognuno sa in quanti metri d'acqua si trova.
Conoscere sé stesso è la prima delle scienze.
Ciascuno è noto a sé stesso più che ad altrui.
Se ciascuno conoscesse sé stesso, nessuno si farebbe beffe dell'altro.
Chi misura sé stesso, misura tutto il mondo.
Molti san tutto, ma di sé stessi nulla.
Impara quello che sei e quello che diverrai.
E dotto chi ha imparato a conoscere sé stesso.
Chi vede il proprio cuore, non parla mai male dell'altrui.

CONSIGLI Consiglio d'un vecchio non rompe la testa.
Ne sa più un pazzo in casa sua, che un savio in casa d'altri.
La notte porta consiglio.
Uomo avvisato è mezzo salvato.
Sotto un consiglio non richiesto, gatta ci cova.
Chi ricorre a poco sapere, ne riporta cattivo parere.
Il sano consiglia bene il malato.
Un consiglio buono val più di un regno.
Tutti morendo danno buoni consigli.
Ogni buon detto è fatto retto.
Ogni pazzo vuol dar consiglio.
Chi dà soltanto consigli non rischia nulla.
E un cattivo consiglio quello che non si può cambiare.
Se un cieco guida un altro cieco, ambedue cadono nella fossa.
Dono di consiglio val più che d'oro.
Consiglio non richiesto, è sospetto.
Il consiglio non va lodato, ma seguito.
Esamina bene i consigli che assecondano i tuoi desideri.
Prima di dare buoni consigli bisogna dare buoni esempi.
Siamo tutti savi nel dar consigli.
Prendi il primo consiglio da una donna, e non il secondo.
I consigli delle donne valgono poco.
Dar consigli e proprietà dei vecchi, i fatti sono dei giovani.
I consigli arrivano quando la casa è crollata.
Chi trovò il consiglio, inventò la salute.
Buone ragioni male intese, sono perle ai porci stese.
I consigli d'un inferiore devono essere richiesti, non offerti.
Non si devono mai prendere consigli da gente andata in malora.
Consiglio di due non fu mai buono.
E facile dar consigli quando non si ha alcun male.
Dopo aver fallito, tutti sanno ciò che si sarebbe dovuto fare.
Male gli altri consiglia chi per sé non lo piglia.

CONTENTARSI Assai ha chi si contenta.
Cuor contento non sente stento.
Non lasciare il poco per l'assai, che forse l'uno e l'altro perderai.
Chi si contenta gode e qualche volta stenta; ma è un bello stentar chi si contenta.
Chi si contenta del poco, trova posto in ogni loco.
Con il poco si gode, con il molto si tribola.
Chi non ha gran voglie è ricco.
Dio dice: "a farvi campare non mi sgomento, a contentarvi sì".
Chi non ha quattrini, non abbia voglie.
Poca roba, poco pensiero.
Poca roba, Iddio la loda.
Val più una casetta e cor contento, che un palazzo pien di vento.
Sempre stenta chi mai si contenta.
fame pane, a sete acqua, a sonno panca.
Chi non può aver raccolta, vada a spigolare.
Chi non può far con molto, faccia con poco.
Chi non può far come vuole, faccia come può.
Chi non è mai contento resta con le mani piene di vento.
Se non puoi portare la seta, porta la lana.
Chi il tutto può sprezzare possiede ogni cosa.

CONVERSAZIONE Chi conversa con i saggi, sarà saggio; l'amico degli stolti sarà simile a lo- ro.
Dite ciò che sapete a tempo e luogo, non fuori tempo e a sproposito.
Meglio non dire, che cominciare e non finire.
Conversando s'impara.
Non essere troppo conciso nel conversare, o non sarai inteso; né troppo diffuso, o diverrai noioso.
Le cattive conversazioni corrompono i buoni costumi.
Dimmi quel che io non so, e non quel che io so.
Chi tratta schiettamente è caro ad ogni gente.
L'uomo amabile nel conversare sarà amico più di un fratello.
A parole lorde, orecchie sorde.
Conversazione in giovinezza, fraternità in vecchiezza.
Non metter bocca dove non ti tocca.

CORAGgio Chi non ha coraggio abbia gambe.
Amante non sia, chi coraggio non ha.
Il coraggio copre l'eroe meglio che lo scudo il codardo.
Chi ha coraggio, ha vantaggio.
Non chiamar coraggio lo stolto ardimento.
Non tutte le volte che si vedono i denti, si deve aver paura dei morsi.
Nobile coraggio fa il bene senza esserci costretto.
Coraggio e risoluzione sono lo spirito e l'anima della virtù.
Il coraggio non deve mai essere scompagnato dalla ragione.
L'uomo più ha coraggio, più è magnanimo.
Più grande è il coraggio, più tranquillo è il sangue.

CORNA Chi le porta è l'ultimo a saperlo.
Chi guarda la moglie del compagno, cozza con le corna degli altri.
Le corna sono come i denti: fanno male quando spuntano, ma poi servono per mangiare.
Uomo nasuto, di rado cornuto.
Chi ama donna maritata, la sua vita tien prestata.

CORTESIA Cortesia e buoni costumi sono due buoni passaporti.
La cortesia non costa nulla a chi la usa, e procura piacere a chi la riceve.
Cortesia di parole e mano al cappello, costano poco e fanno il buono e il bello.
E meglio essere cortese morto, che villano vivo.
La cortesia è la compagna inseparabile della virtù.
Cortesia schietta, domanda non aspetta.
Troppe cortesie puzzano d'inganno.
Chi dà per cortesia, dà con allegria.
La cortesia è noiosa a quelli che non la conoscono.
Una cortesia ricerca l'altra.
Una cortesia è un fiore.
La cortesia va innanzi alla bellezza.
Salutare è cortesia, rispondere è obbligo.
La cortesia obbliga più di un prestito.
La molta cortesia fa temere che inganno vi sia.
Le belle maniere accattivano la gente.
La cortesia ottiene molto con poca spesa.
Il modo di dare vale assai più di ciò che si dà.
Chi ben non usa la cortesia, la guasta.
Vince più cortesia che forza d'armi.
Neanche il bovaro lavora bene se non s'inchina.
Usa cortesia con chicchessia.

CORVO Il corvo piange la pecora e poi la mangia.
Corvi con corvi non si cavano gli occhi.
Dove son carogne son corvi.
Non gira il corvo che non sia vicina la carogna.

COSCIENZA Chi non ha coscienza, non ha né vergogna né scienza.
La peggior compagnia è la cattiva coscienza.
Una cattiva coscienza è un avvoltoio che rode l'anima e il corpo.
Una buona coscienza è un buon cuscino.
Una coscienza pura fa passar giorni felici.
Alla coscienza nessuno può sottrarsi.
Chi va per la dritta via non sbaglia mai.
La coscienza non dorme, rode.
La coscienza vale per mille accusatori e per mille testimoni.
La buona coscienza è un giardino in cui crescono rose senza spine.
Una buona coscienza non teme cento avvocati.
Coscienza sicura non teme accusa.
Una buona coscienza è il miglior ospite di casa.
Buona coscienza non teme la morte.
Una buona coscienza è meglio dei buoni bocconi.
Chi sta bene con sé, sta bene con tutti.
Coscienza senza scienza è meglio che scienza senza coscienza.
Chi ha la coda di paglia ha sempre paura che gli pigli fuoco.
Oh quanto pesa, coscienza lesa.
Grave piu d'ogni pena è una rea coscienza.
Tale coscienza è fatta a maglia o rete, si allarga o stringe come voi volete.
La Quaresima è un nuovo carnevale, per chi ha coscienza larga e borsa uguale.

COSTANZA Imparate a sopportare con costanza le mutazioni della fortuna.
Con un colpo non si taglia un albero.
Col tempo e la paglia maturano le nespole.
Non vi son frutti tanto duri che il tempo non maturi.
L 'uomo savio è costante come il sole, lo sciocco è variabile come la luna.
Domina tutto fatica costante.
Il buon nocchiero muta vela, ma non tramontana.
Buona incudine non teme martello.
Col tempo una foglia di gelso diventa seta.
Chi non c'è non c'entri, e chi c'è non si sgomenti.
Buca il marmo fin d'acqua una stilla.
Il savio è costante, ma non ostinato.
Vince colui che soffre e dura.
Non arriva a godere chi non sa sostenere.
Se fortuna travaglia un nobile cuore, raro è che alfin non gli dia favore.
Acqua molle in pietra dura tanto batte che la fora.

CREANZA Respingere il dono è scortesia.
Parole di bocca e pietra gettata, chi le raccoglie perde la giornata.
Chi non accetta non merita.
In caSa di galantuomini, prima le donne, poi gli uomini.
Chi ha creanza se la passa bene.
In Chiesa ed in mercato ognuno è licenziato.
I confronti sono sempre odiosi.
Non si rammentano i morti a tavola.
All'assente ed al morto non si deve far torto.
Chi entra senza essere chiamato, non si lagni se viene congedato.
Salutare è cortesia, rendere il saluto è obbligo.
Quello che tu vuoi dire alla fine, dillo in principio.
Il carro vuoto deve cedere il passo al pieno.
Non nominare la corda in casa dell'impiccato.
Chi vuota il bicchiere tutto in una volta, è un ubriacone; chi in due, è bene educato; chi in tre, appartiene ai superbi.
Il tacere è rispondere a chi parla senza ragione.
Non domandare all'oste se ha buon vino.
Non si può pigliare tutte le mosche che volano.
Alla donna non si dice mai né brutta, né vecchia.
Non rammentar la croce al diavolo.
Vedere e non toccare è una bella cosa da imparare.
Non mettere il tuo cucchiaio nell'altrui zuppa.
Ambasciatore non porta pena.
Chi canta a tavola e a letto è matto perfetto.
Ogni parola non vuol risposta.
Dove non sei chiamato, non andare.
Chhi dice brutta ad una donna, commette un delitto che non sarà mai perdonato.
Siedi al tuo posto e nessuno può farti alzare.
Chhi non ha discrezione non merita rispetto.
Cani e villani lasciano sempre l'uscio aperto.
Non bisogna ripescare tutte le secchie che cascano.
Tre dita nella saliera è l'arma del contadino.
A tavola ed a tavolino si conosce la gente.
Dove non t'appartiene, né mal né bene.
Chi sta in ascolteria sente quel che non vorria.
Tacere e ben trattare non fecero mai male a nessuno.
E' più caro un "no grazioso, che un "sì" dispettoso.
Parola cortese e mano al cappello non costano nulla e giovano assai.
Nulla con la forza, tutto con l'amore.

CREDITI Chi paga debito, acquista credito.
In commercio il credito val più che tutte le astuzie.
Il credito è moneta.
Chi ha debiti ha crediti.
A far credito non si guadagna niente.
Oggi creditore, domani debitore.
Denaro e credito non se ne ha mai troppo.
Il buon pagatore è padrone della borsa altrui.
Assai ha, chi ha buon credito.
Cosa venduta a credito non è mai dimenticata.
Chi denari ha da recuperare, molti viaggi ha da fare.
Chi da a credito spaccia assai, perde l'amico e denari non ha mai.
E meglio largheggiare nei prezzi, che far credito.
Chi ha denaro, ha anche credito.
Buon pagatore non si cura di dar buon pegno.
Il credito perduto è come uno specchio rotto.
Fà prima credito, poi va a dormire.
Chi vuol ben pagare non si cura di bene obbligare.
Chi compera a credito paga pure la cortesia.
Oggi non si fa credito, domani sì, venite dopodomani che pur sarà così.
Chi compra a tempo a tempo vende nove per altri, e uno per sé.
Chi compra a credito, compera facilmente più del necessario, ha la roba peggiore e più cara, ed è sempre in debiti.
Buon pagatore dell'altrui borsa è signore.
Un buon mercante non fa mai credito.

CREDULITA Bisogna andare adagio a credere.
Triste e ingannato si trova colui, che dà troppa fede alle parole altrui.
Si crede volentieri ciò che si brama.
Ognuno crede ciò che desidera.
L'uomo senza esperienza crede ad ogni parola.
Non creder facilmente è gran saggezza.
Chi ama crede.
Chi presto crede, bene non vede.
Non c'è bugia così grossa che non ci sia chi la creda.
Chi crede facilmente attinge acqua col vaglio.
Quel che si vuole, presto si crede.
Tristezza e guai, per chi crede troppo e per chi non crede mai.
Chi presto crede, tardi si pente.
Di quel che vedi poco credi; di quel che senti non creder niente.
Quel che l'occhio non vede, il cuor non crede.
A chi non crede non prestar fede.
Chi tosto crede, ha l'ali di farfalla.
Il credere e il bere, inganna le donne e i cani.

CRITICA critica è facile, ma l'arte è difficile.
Vio vede e sopporta; il mio vicino non sa nulla, e trova sempre da ridire.
Chi non opera, critica.
Chi ognun riprende, poco intende.
E facile dir male dell'arte, ma difficile è impararla.
Dl' i tuoi affari in piazza, ed uno li dirà neri e l'altro bianchi.
Chi scrive libri e fabbrica lungo la strada, deve lasciar parlar la gente.
Chi fa la casa in piazza, o è troppo alta o troppo bassa.
Non tagliar la coda del tuo asino davanti alla gente: uno la troverà troppo lunga e l'altro troppo corta.
Chi si espone in pubblico, è criticato.
Anche un bastone storto può far camminare dritto.
Quando si tratta di censurare gli altri, anche i più sciocchi diventano sa- pienti.
Scherzando discretamente, si possono dare buoni consigli.
Da un cattivo passo si esce alla meno peggio.
Sbagliano anche i preti nel dir messa.
Fredda o mediocre lode, ben sovente, più d'ogni atroce satira è pungente.

CRUDELTA La crudeltà è il primo attributo del diavolo.
Bene per male è carità, male per bene è crudeltà.
Non manca mai l'occasione, a chi vuol farti del male.
La crudeltà è la forza dei vili.
Chi pietà non ha, pietà non trova.
La forza se ne infischia della ragione.
Amore fa amore, e crudeltà fa tirannia.
La crudeltà consuma l'amore.
Crudele per frode è peggio che per ira.
La fonte che nega acqua ai poveri è asciugata da Dio.
Dio non vuole che si pesti i piedi allo zoppo.
Chi non rimane commosso ai gemiti del povero, gemerà a sua volta e non sarà esaudito.
Chi non ama le bestie, non ama i cristiani.
Chi strappa le orecchie al gatto, Dio lo giudicherà.
Chi maltratta le bestie, non può amare i cristiani.
Più ti dara il nudo che il crudo.
Chi chiama gli altri crudeli, dev'essere pio.
Quel che chiude il cuore è più aspro di quel che chiude la mano.
Crudeltà privata porta odio comune.
Ha duro il cuore assai chi non si piega.
La crudeltà è un tiranno accompagnato sempre dalla paura.

CUORE Cuor contento non sente stento.
Cuor contento, gran talento.
Cuor sincero, amico vero.
Alla vista si conosce il cuore.
Quando il cuore è malato, non sente ragione.
Non basta aver pure le mani, bisogna che sia puro anche il cuore.
Dio guarda al cuore.
Dio vuole il cuore e lo vuole tutto intero.
Chi perde la roba perde molto, ma chi perde il cuore, perde tutto.
Il cuore è un fanciullo che spera quello che brama.
Cuore incostante, fiumana senza letto.
Il cuore non si vede.
Il cuore è come il vino, ha il fiore a galla.
Cuor forte rompe cattiva sorte.
Il cuore dei bricconi è un mare in burrasca.
Parla col cuore e anche i sordi ti capiranno.
Non si canta bene se dal cuor non viene.
Ogni cuore ha il suo segreto.
Il cuore ha le sue ragioni e non intende ragione.
Chi vuol contento il cuore, ami il suo Creatore.
Cuor contento e sacco al collo.
Ogni cuore ha il suo dolore.
Il cuore è il primo che vive e l'ultimo che muore.
Il cuore umano è come una macina: se vi mettete sotto del grano lo riduce in farina; se non vi mettete del grano, macina se stesso.
Cuor contento il ciel l'aiuta.

CUPIDIGIA La cupidigia è un paese in cui il grano è sempre in seme, il vino sempre in grappoli, gli alberi in fiore e gli uccelli nell'uovo.
Nulla può riempire l'occhio dell'uomo tranne un pugno di polvere.
Chi tutto vuole, di rabbia muore.
Ognuno tira l'acqua al suo mulino.
Dov'è cupidità, non è carità.
La roba ruba l'anima.
Dammi dove sedere, ed avrò da sdraiarmi.
Dove più ricchezza abbonda, più di lei voglia s'affonda.
Ognuno tira i carboni sotto la sua focaccia.
Chi desidera l'altrui, perde il suo.
Quel che uno ha oggi vorrebbe aver raddoppiato domani.
A chi non basta, ciò che basta, non basterà mai cosa alcuna.
Chi stende il dito al colle, stenderà presto anche la mano alla montagna.
L'uomo è più cupido di acquistare il denaro altrui, che di conservare il proprio.
Quattro cupidigie rendono infelici la maggior parte degli uomini: la cupidigia di aver molto, di saper molto, di viver molto, e di divenir grande.
Chi non s'appaga del guadagno onesto, perde, pur se furbo, manico e cesto.
Chi troppo vuole, nulla stringe.

CURIOSITA Non metter bocca, dove non ti tocca.
Il curioso è sempre ciarlone.
La troppa curiosità spinge l'uccello nella rete.
Non domandare quello che fanno gli altri, e bada piuttosto ai fatti tuoi.
Chi è curioso, è matto.
Né occhi in lettere, né mani in tasca, né orecchi in segreti d'altri.
La consorteria dei curiosi porta la malignità nello stemma.

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