Le fonti rinnovabili
Introduzione
Le fonti di energia rinnovabili (disponibili in quantità non limitate) sono state fra le prime a essere sfruttate dall'uomo. Sono, ad esempio, la legna, o più in generale le biomasse; l'energia idraulica, già oggi utilizzata nelle centrali idroelettriche; l'energia eolica, fornita dal vento; l'energia degli oceani, che si ricava attraverso il recupero del calore immagazzinato nelle masse d'acqua; l'energia solare, trasformabile in calore o in energia elettrica, che al giorno d'oggi si configura come la fonte alternativa più promettente, grazie anche ai consistenti progressi, nell'ultimo decennio, della ricerca tecnologica del settore.
Per millenni la legna da ardere e altra biomassa hanno rappresentato, naturalmente, i combustibili principali per gli esseri umani. Negli ultimi 150 anni ne sono stati consumati circa 30 Gtep (un Gtep corrisponde a una gigatonnellata di petrolio equivalente). L'energia idrica ha rappresentato la seconda più ampia scorta di energia rinnovabile, con un consumo di circa 13 Gtep nello stesso periodo di tempo. La biomassa fornisce ancora circa il 12% dell'energia utilizzata nel mondo e più del 35% di quella impiegata nei paesi in via di sviluppo.
Le fonti di energia rinnovabile hanno, rispetto ai combustibili fossili, il grosso vantaggio di produrre solo in minima parte emissioni dannose all'uomo e all'ambiente: zolfo, particelle in sospensione, benzene e composti organici volatili, oltre ai gas (tra cui biossido di carbonio, metano e ossido di azoto) che contribuiscono all'effetto serra.
Nel corso della conferenza mondiale sul clima del 1997, tenutasi a Kyoto, in Giappone, è stato firmato un accordo storico per la riduzione delle emissioni dei gas serra, che può significare un decisivo aumento dello sfruttamento delle fonti rinnovabili (vedi Protocollo di Kyoto). Attualmente coprono ancora una percentuale ancora troppo piccola del fabbisogno totale di energia primaria, pari al 20% circa.
L’attenzione dei ricercatori si è rivolta dunque verso fonti rinnovabili, ovvero quelle risorse le cui scorte sono illimitate, da sempre utilizzate dall’uomo come forma di energia, mediante processi che non rischiano di provocare pesanti inconvenienti di contaminazione o pericolo per il genere umano o per l’ambiente. Il lato negativo di tali risorse è che si tratta di fonti di energia discontinua e diffusa, che richiede un notevole impegno tecnologico, e di conseguenza economico, per rendere efficiente e conveniente la conversione in energia elettrica.
Ciò è vero sia per le fonti rinnovabili il cui sfruttamento è già consolidato, quali l’energia solare, l’energia eolica e l’energia geotermica, sia per quelle il cui utilizzo è ancora in fase di studio, quali l’energia immagazzinata negli oceani e dalle biomasse.
Le fonti di energia rinnovabile si prestano particolarmente alla realizzazione di impianti di piccole dimensioni, che potranno sostituire le grandi centrali attuali, ma soprattutto essere vantaggiosamente installati in regioni lontane dai grossi agglomerati industriali o sulle isole, che notoriamente soffrono di problemi di approvvigionamento di energia elettrica. |