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CARTA GEOGRAFICA - INFORMAZIONI
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NTAZIONE DELLA SUPERFICIE TERRESTRE
La costruzione delle carte geografiche
Una volta scelta la proiezione idonea a rappresentare
con la massima approssimazione una determinata area
e stabilita la scala della carta occorre inserire
nel reticolato geografico le caratteristiche morfologiche
del territorio e gli altri elementi connessi all’attività
umana.
Sostanzialmente questo lavoro avviene in due fasi
distinte e successive: la triangolazione e il rilevamento
del terreno.
Con il termine triangolazione s’intende quella particolare
operazione mediante la quale si determina la posizione
di una serie di punti sul terreno non allineati
fra loro. Ciò si ottiene partendo dal noto principio
geometrico per cui “se di un triangolo sono noti
un cateto ed i due angoli ad esso adiacenti è possibile
ricavare anche gli altri lati”. In pratica, su un
tratto di terreno piano e senza ostacoli, si fissano
due punti non molto distanti tra loro, e se ne determinano
con rigorosa precisione la distanza e la posizione
rispetto alle coordinate geografiche. Quindi, il
segmento che li unisce, detto base geodetica, viene
riportata in scala sulla carta.
Poi si individuano sul terreno numerosi altri punti
facilmente visibili, detti vertici o punti trigonometrici,
che possono essere naturali, ad esempio la cima
di un monte, o artificiali, ad esempio la cima di
un campanile, e si collega idealmente uno di essi
con gli estremi della base geodetica. Si avrà così
un triangolo di cui si conosce la base e si può
misurare, mediante il teodolite, una specie di cannocchiale,
1'ampiezza degli angoli adiacenti. Conseguentemente,
applicando il teorema dei seni, si è in grado di
calcolare anche la lunghezza degli altri lati. L'insieme
di più basi calcolate, collegate fra loro in modo
da coprire l'intero territorio da rappresentare,
forma un reticolato di triangoli che prende il nome
di «rete geodetica del I ordine» o «rete geodetica
fondamentale». Con procedimenti analoghi, all'interno
di questi triangoli si opera una ulteriore triangolazione
che fornisce la «rete del II ordine» e via via,
infittendo, si passa alla «rete del III ordine»
e quindi a quella del «IV ordine».
La triangolazione, per mezzo della misura dei lati
verticali, consente di calcolare anche l’altezza
dei vari punti rispetto al livello del mare. Ottenuta
la triangolazione, si passa alla seconda fase della
costruzione di una carta, cioè al rilevamento del
terreno o levata topografica, che consente di stabilire
la posizione, la distanza e l’altezza del maggior
numero di punti contenuti nei triangoli, in modo
da disegnare lineamenti generali dell’area. Quindi
si completa il rilevamento riportando con simboli
particolari gli altri dettagli, come fiumi, strade,
centri abitati, che più risaltano nel paesaggio.
Il rilevamento topografico diretto oggi viene semplificato
dall'aerofotogrammetria, che consiste nel fotografare
da due aeroplani affiancati la medesima zona sotto
diversa angolazione, in modo da ottenere fotografie
stereoscopiche, tali che, se sovrapposte, facciano
osservare in rilievo il territorio. In laboratorio
le due fotografie vengono inserite in appositi apparecchi,
detti restitutori, i quali sono in grado, sfruttando
il principio della visione stereoscopica, cioè a
tre dimensioni, di rappresentare la zona fotografata
nei suoi minimi particolari, compreso l’andamento
del rilievo. Per carte a piccola scala, in cui si
trascurano parecchi particolari, ci serve anche
del telerilevamento, cioè di fotogrammi scattati
da grandi altitudini per mezzo di satelliti artificiali.
Ovviamente non tutto quello che compare nell'immagine
fotografica viene trasferito sulla carta, la chiarezza
e la comprensione richiedono un'attenta opera di
selezione e semplificazione delle categorie di oggetti
e fenomeni rilevati. |
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