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CARTA GEOGRAFICA - INFORMAZIONI
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LA RAPPRESENTAZIONE DELLA SUPERFICIE TERRESTRE
Proiezioni modificate e convenzionali
Poiché le proiezioni vere presentano difetti più
o meno gravi quando si vogliono rappresentare regioni
molto estese, spesso al loro posto si usano le PROIEZIONI
MODIFICATE, che ai procedimenti geometrici associano
espedienti empirici di vario genere, e le PROIEZIONI
CONVENZIONALI, che si basano solo su principi empirici,
cioè su regole indipendenti dalle leggi geometriche
e matematiche. Tra le proiezioni modificate si ricorda
soprattutto quella di Mercatore.
Si tratta di una proiezione cilindrica in cui sono
apportate alcune modifiche per ovviare al grave
inconveniente del notevole schiacciamento delle
regioni polari. Per evitare tali distorsioni Mercatore
distanziò ogni parallelo dal precedente in misura
proporzionale all'allungamento subito dai meridiani,
così che alla distorsione della superficie terrestre
in senso est-ovest se ne contrappone un'altra proporzionale
in senso nord-sud. In tal modo le terre conservano
la loro forma reale, ma alle alte latitudini risultano
enormemente ingrandite: la Groenlandia, ad esempio,
appare uguale all'America meridionale, che invece
è nove volte più estesa. Un cenno particolare merita
anche la proiezione cilindrica inversa, nota anche
con la sigla U.T.M o come rappresentazione conforme
di Gauss, poiché, al pari della precedente, osserva
la proprietà dell'isogonia, cioè conserva inalterato
il rapporto tra gli angoli. In essa il cilindro
è tangente non all’equatore, ma ad un meridiano:
e precisamente al meridiano di Greenwich e all’antimeridiano
corrispondente.
Sviluppando in piano la superficie laterale del
cilindro, l'Equatore e il meridiano di tangenza
assumono forma di rette perpendicolari, mentre gli
altri paralleli e meridiani diventano linee curve
con accentuazioni tanto maggiori quanto più si allontanano
dall’equatore e dal meridiano centrale. Quindi,
le deformazioni aumentano a mano a mano che ci si
allontana dal meridiano di tangenza e possono considerarsi
trascurabili in un'area estesa entro 6° di longitudine,
cui si dà il nome di fuso. Pertanto tale proiezione
si presta bene a rappresentare parti della superficie
terrestre strette e lunghe, come l’Italia.
Alcune delle proiezioni convenzionali più
in uso
Tra le proiezioni convenzionali, che in genere prendono
nome dall'ideatore, si segnala quella omalografica
di Mollweide, dal greco homalòs = “piana”, di tipo
pseudocilindrica. Essa consiste nella rappresentazione
della superficie terrestre su di una ellisse avente
l'asse maggiore, coincidente con l’Equatore, doppio
dell'asse minore, combaciante col meridiano di Greenwich.
I meridiani, equidistanti lungo l'Equatore, si presentano
come semiellissi passanti per i poli e sono simmetrici
rispetto al meridiano di Greenwich, che è rettilineo;
i paralleli sono, invece, raffigurati da rette distanziate
in modo da rendere equivalente la rappresentazione.
Così fatta, o in versioni leggermente diverse, questa
proiezione è spesso usata per i planisferi e per
evidenziare la distribuzione di vari fenomeni geografici,
come climi, densità di popolazione ecc.
Largo impiego trovano pure le proiezioni convenzionali
discontinue o interrotte, derivanti da quelle coniche
e cilindriche. Esse sono ideate in modo da rappresentare
bene solo le terre emerse, trascurando le distese
oceaniche, e si basano su reticolati indipendenti
per ogni continente: cioè, al posto di un unico
meridiano centrale, se ne disegna uno per ciascun
continente, riportando poi gli altri meridiani alla
sua destra e alla sua sinistra secondo il tracciato
della proiezione originaria. I paralleli, invece,
sono comuni a tutta la proiezione.. Le rappresentazioni di questo tipo si prestano alla
costruzione di cartogrammi, perché conservano l'equivalenza
e riducono le deformazioni; ma, a causa delle interruzioni,
non danno la reale configurazione del globo terrestre
e non consentono d riprodurre fenomeni che interessano
le distese oceaniche come la circolazione delle
correnti marine e le rotte marittime intercontinentali.
Su principi più o meno analoghi si fondano, infine,
le proiezioni policentriche e policoniche.
Nella proiezione policentrica s'immagina di avviluppare
il globo mediante un poliedro dotato di un grandissimo
numero di facce, ciascuna delle quali è tangente
ad una piccola porzione della superficie terrestre:
in tal modo ogni maglia del reticolato, che ha una
forma trapezoidale, è indipendente da quelle vicine
ed ha un piano di proiezione proprio, che differisce
poco dal trapezio sferico corrispondente sulla Terra.
Ogni maglia ha un proprio piano dì proiezione, che
è tangente alla sfera nel punto centrale. In tal
modo le deformazioni risultano minime, essendo distribuite
alla periferia di ogni maglia. Questa proiezione
non è né equivalente, né equidistante, né isogonica,
ma in pratica riassume le tre proprietà. Tuttavia,
poiché le basi di ogni maglia trapezoidale variano
con la latitudine, presenta l'inconveniente di non
far combaciare, per regioni molto estese, i diversi
fogli..
La proiezione policonica si ottiene immaginando
di dividere la Terra in tante zone sferoidali e
di avviluppare ciascuna di esse con un tronco di
cono retto tangente al parallelo medio di ognuna.
Svolgendo in piano tali superfici ausiliarie, si
ottengono delle fasce in cui i paralleli sono rappresentati
da archi di circonferenze a raggio diverso; per
cui queste fasce risultano contigue fra loro solo
lungo il meridiano centrale, che è rettilineo, mentre
le estremità sono sempre più distanziate a mano
a mano che si procede verso i poli. Come nella proiezione
poliedrica, gli errori sono ripartiti tra le varie
fasce, per cui in prossimità del meridiano centrale,
dove si verificano condizioni pressoché fedeli di
equivalenza, equidistanza e isogonia, si hanno alterazioni
minime. Anche in questo caso, però, si ripete l’inconveniente
di non poter riunire i fogli delle varie fasce:
solo quelli posti sul meridiano della stessa fascia
combaciano tra loro. |
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