Preparazione:
Mettere a macerare 100 g di polpa di semi in 300 g di alcool a 60' e aggiungere alla fine di 500 g di sciroppo semplice di zucchero preparato a parte. Deve essere bevuto sciolto nell'acqua. --- Come il cedro, l'arancia e la zucca, anche la melagrana, frutto con tanti semi, è simbolo di fecondità e discendenza numerosa, di conseguenza anche dell'amore. Era sacra a Giunone (moglie di Giove) e a Venere (dea dell'amore), nell'antica Grecia. Mentre le spose romane usavano intrecciare tra i capelli rami di melograno. Conferma questa simbologia anche la tradizione asiatica, dove la melagrana aperta rappresenta abbondanza e buon augurio. Tant'è che una leggenda popolare vietnamita racconta che 'la melagrana si apre in due e lascia venire cento bambini'. Di origine indiana è la credenza che il succo di questo frutto combatta la sterilità. Nella mistica cristiana questo simbolismo si arricchisce di significato spirituale, fino a considerare il frutto, e i suoi semi, espressione della perfezione divina e raffigurazione della Chiesa stessa. Oggi il melograno non è più diffuso come un tempo, quando i suoi frutti e fiori venivano usati anche a scopo ornamentale, per decorare le tavole e le pietanze, perfino i piatti di carne. I bambini però ancora fanno festa ai suoi frutti, che si presentano divertenti e festosi, con quei chicchi rossi da sgranare. Eppure il melograno avrebbe tutti i motivi per meritarsi maggiore considerazione: dà frutti ricchi e benefici, contenenti vitamina A e vitamine B. Indicata come insolito dessert e per la preparazione di golose gelatine e bevande fermentate, la melagrana è anche gustosa come bevanda dissetante: la granitina, uno sciroppo che si ottiene spremendo gli acini. 'Punica Granatum' è il nome scientifico del melograno. Descritto dallo scrittore latino Plinio, dà frutti tra i più apprezzati dai Romani, che lo avevano importato dall'Africa. Originario della Persia, poi si è diffuso sia nel bacino del Mediterraneo, sia in Estremo Oriente. Cresce anche allo stato selvatico. Data la grazia dell'alberello e la bellezza dei suoi 'vermigli fior' ---come scriveva il poeta Carducci--- è spesso coltivato a scopo ornamentale nei giardini e sui terrazzi nelle regioni più calde. Il suo fusto è molto ramoso, con spine e foglie affusolate. I frutti, che maturano a settembre, sono grandi, rivestiti di una scorza coriacea, e contengono numerosi chicchi rossi e polposi, separati da una membrana amara. Sono disponibili anche varietà nane da coltivare in vaso: i loro frutti rimangono piccoli e non raggiungono la maturazione ma sono molto decorativi. Nell'antichità, era tenuto in grande considerazione per le sue proprietà terapeutiche. Lo prescriveva contro il verme solitario il grande medico greco Dioscoride: le radici, ma anche i fiori, la corteccia dei frutti e quella dei ramoscelli giovani, contengono 'pellieterina e isopellieterina', particolarmente attive contro la tenia. Inoltre il frutto contiene in abbondanza tannino, che ha proprietà astringenti. Oltre che vermifugo, il melograno è rinfrescante, diuretico e tonico.
|