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Marche vacanze: i vostri viaggi in Marche per conoscere la popolazione marchigiana.
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VACANZE IN MARCHE
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Le vacanze marchigiane
Introduzione
Marche Regione amministrativa dell’Italia centrale. Affacciata a est sul mare Adriatico, confina con l’Emilia-Romagna e con la Repubblica di San Marino a nord, con la Toscana e con l’Umbria a ovest, con l’Abruzzo e per un breve tratto con il Lazio a sud. È ripartita nelle province di Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Pesaro-Urbino; il capoluogo regionale è Ancona. Il nome della regione (usato ufficialmente nella forma plurale solo a partire dal 1815), di origine storica, deriva dal tedesco Mark e indica un insieme di territori di frontiera, “di marca” appunto, istituiti nel Medioevo, rimasti a lungo divisi e col tempo aggregati in una sola unità amministrativa.
Le Marche si estendono per 9.694 km² e hanno una popolazione di 1.536.098 abitanti (2007); sono quindi una regione medio-piccola quanto a superficie e con una densità media inferiore a quella nazionale (157 abitanti per km² contro 198). Il mare a est e l’Appennino a ovest delimitano nettamente su due lati il territorio marchigiano; il confine settentrionale non poggia su elementi fisici, quello meridionale è segnato in parte dal tratto finale del fiume Tronto.
Territorio
Le Marche, la cui forma ricorda un rettangolo, comprendono l’intero versante adriatico dell’Appennino umbro-marchigiano; il territorio è costituito per due terzi da colline e per un terzo da montagne, mentre mancano vere e proprie pianure. Al pari dell’Umbria e della Toscana, le Marche sono dunque una tipica regione collinare: l’altitudine media è di 500 metri di quota. La forma del territorio nelle sue linee generali è semplice: nella parte più interna si sviluppa, in direzione meridiana, l’Appennino umbro-marchigiano, formato da una serie di “quinte”, in linea di massima sempre più elevate e compatte col procedere da nord (dove, con il monte Fumaiolo, di 1.407 m, si saldano all’Appennino tosco-emiliano) verso il centro, dove si innalza l’aspro massiccio calcareo del Catria (1.702 m), e ancor più verso sud, dove il sistema culmina, al confine con l’Abruzzo, nei monti Sibillini (monte Vettore, 2.478 m), dai caratteri nettamente alpestri.
Quasi tutti i più agevoli valichi appenninici tra le Marche e l’Umbria si concentrano perciò nella sezione settentrionale (Bocca Trabaria, 1.049 m; Bocca Serriola, 730 m; passo della Scheggia, 575 m). Dall’Appennino poi si dipartono le dorsali secondarie, definite anche come Subappennino, tra loro parallele, intercalate dalle valli in cui scorrono i fiumi diretti al mare. È questa la vasta fascia collinare, che giunge sino all’Adriatico con dossi tondeggianti, in genere via via meno elevati; ma proprio sulla costa si erge un promontorio dirupato, quello del monte Conero (572 m), che in effetti, anche per la sua natura rocciosa, viene ritenuto un’estrema propaggine dell’Appennino vero e proprio.
Il litorale, quasi ovunque diritto e non adatto ai porti, si sviluppa per 175 km, immediatamente ai piedi delle colline; in alcuni tratti la larghezza della fascia costiera si restringe addirittura a poche decine di metri. I fiumi sono numerosi; scendono ripidi all’Adriatico, pressoché paralleli l’uno all’altro, con andamento cioè a pettine, e a volte con gole incassate (ad esempio la Gola del Furlo, incisa dal torrente Candigliano, affluente del fiume Metauro). Hanno tutti un bacino idrografico esiguo, così come modesta è la lunghezza del loro corso, in genere inferiore ai 100 km; hanno regime torrentizio, con magre molto forti nei mesi estivi e due massimi, in primavera e in autunno. Si ricordano l’Esino, che sfocia a nord-ovest di Ancona; il Foglia (90 km), che sfocia presso la città di Pesaro; il Metauro (110 km), che raggiunge il mare all’altezza della cittadina di Fano; il già ricordato Tronto (115 km), che segna per un certo tratto il confine con l’Abruzzo.
Clima ed Ambiente
Le condizioni climatiche sono influenzate da un lato soprattutto dal mare Adriatico, considerata la lunghezza della costa marchigiana in rapporto alla complessiva superficie della regione, dall’altro dal rilievo, appenninico e subappenninico. Così gli inverni, relativamente freddi nelle località costiere (le minime oscillano tra 0 e 3 °C: l’Adriatico è un mare chiuso, non molto profondo, che mitiga poco la temperatura), si fanno rigidi sulle alture più interne (dove le minime sono sempre inferiori agli 0 °C); sui monti Sibillini la copertura di neve dura a lungo. Le estati, non eccessivamente calde sulla costa (con medie sui 22-23 °C), lo sono di più nelle conche vallive interne, mentre sono naturalmente temperate sui rilievi. Le precipitazioni, ovunque non abbondanti, si accrescono con regolarità con l’aumentare dell’altitudine; sono perciò minime sulla costa, specie a sud di Ancona (600-700 mm annui), massime sulle cime più elevate dell’Appennino (1.200 mm e più).
L’ambiente naturale, che un tempo poteva vantare belle distese forestali, è stato quasi ovunque trasformato dalle coltivazioni e dai pascoli; di recente, sulla costa, il turismo balneare di massa ha contornato il litorale di un unico cordone edilizio, lasciando solo poche tracce del paesaggio originario. Tra le aree protette, si ricordano il Parco regionale del monte Conero, il Parco nazionale dei monti Sibillini, istituito nel 1993 (70.000 ettari, condiviso con l’Umbria), il Parco nazionale dei monti della Laga (condiviso con l’Abruzzo) e la Riserva delle grotte di Frasassi, un complesso carsico dell’Appennino, situato poco a nord di Fabriano, con inghiottitoi, grandiose cavità a volta e laghi sotterranei.
Flora e Fauna
Due sono le associazioni vegetali prevalenti: la macchia mediterranea sempreverde (con lecci, corbezzoli, lentischi, allori ecc.), che si estende dal litorale sino alle colline più basse dell’entrotrerra. A essa segue, nelle aree submontane, il bosco rado di querce. Il faggio è invece l’albero tipico della fascia di montagna. Complessivamente la superficie coperta da bosco, tra le più basse d’Italia, è pari appena al 15% del territorio; non a caso per la povertà del suo manto forestale la regione (che oltretutto ha suoli di materiali teneri, marnosi e argillosi) accusa una forte erosione dei pendii montani e collinari.
Infine, nelle poche zone che si trovano al di sopra dei 1.900 metri, crescono alcune specie simili a quelle alpine: ad esempio la genziana e la cosiddetta “stella alpina” degli Appennini, più piccola di quella delle Alpi. Modesta presenza ha ormai anche la fauna naturale (volpi, lupi, gatti selvatici in numero molto ridotto). Relativamente numerosi sono invece gli uccelli, soprattutto quelli di passo: in particolare la macchia mediterranea, che ricopre il promontorio del Conero, è un’accogliente oasi e un’importante stazione di sosta per gli uccelli migratori, mentre il Parco dei Sibillini ospita l’aquila reale e altri rapaci.
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